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percorso biografico   Home Page > Percorso biografico > 1349-69 > L’incontro con Petrarca

L’incontro con Petrarca

fotografiaDurante gli anni della formazione napoletana Boccaccio entra in contatto con intellettuali legati da vincoli amicali a Francesco Petrarca. Attraverso la frequentazione di Dionigi da Borgo San Sepolcro, Barbato da Sulmona, Giovanni Barrili e, probabilmente, Sennuccio del Bene, avviene il primo avvicinamento alla poesia petrarchesca e comincia a maturare l’ammirazione per il letterato aretino. Frutto tangibile della stima di Boccaccio è l’epistola Mavortis milex, indirizzata a Petrarca, ancora sconosciuto, eppure già individuato quale punto di riferimento per l’esperienza letteraria boccacciana, modello capace di trasformare la sua “ingestam molem et ignorantiam copiosam [...] in tenuitatem mirabilem”, Ep.: II, 12[1]. Toni celebrativi sono riconoscibili nella biografia De vita et moribus domini Francischi Petracchi, di incerta datazione, ma sicuramente precedente al 1350 e, dunque, al primo incontro con Petrarca. Nell’opera è ricordata entusiasticamente l’incoronazione poetica romana e viene esaltato, con evidente proiezione autobiografica, il rifiuto petrarchesco di seguire gli studi giuridici secondo la volontà paterna, per dedicarsi invece al culto delle lettere.

Boccaccio conosce personalmente Petrarca a Firenze nel 1350, mentre questi si reca a Roma per il giubileo. L’anno successivo lo raggiunge a Padova in qualità di messo ufficiale del governo per offrigli, senza successo, una cattedra nello Studio fiorentino. Il trasferimento di Petrarca a Milano presso Giovanni Visconti, avversario politico di Firenze, incontra la disapprovazione di Boccaccio e il rapporto amicale si allenta per un breve periodo. Già nel 1359, però, il segno di un nuovo avvicinamento è dato dalla visita di Giovanni a Milano. Nel 1363 e nel 1367 Petrarca è raggiunto da Boccaccio a Venezia. L’ultimo incontro avviene l’anno successivo a Padova. L’ininterrotta corrispondenza e il continuo scambio di testi sono la testimonianza più tangibile del proficuo confronto intellettuale intercorso tra i due letterati.

[1]Epistole e lettere, a c. di G. Auzzas, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a c. di V. Branca, vol. 5.1, Milano 1992, p. 514.

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