Volumi del fondo antico dell'Osservatorio astronomico di Padova
La realizzazione della collezione digitale dell'Osservatorio Astronomico di Padova (INAF-OAR), si inserisce all'interno di un programma di tutela e valorizzazione del proprio patrimonio storico e bibliografico fortemente voluto dall'Istituto Nazionale di Astrofisica, primo istituto scientifico italiano a dotarsi di un progetto collettivo di conservazione.
La biblioteca di Padova, e il suo Fondo Antico, ne sono particolarmente coinvolti, visti i preziosi testi qui conservati e il profondo legame con Galileo Galilei, che nella città trascorse ben 18 anni, da lui stesso definiti ".. i migliori della mia età" come docente dello Studio di Padova, sviluppando le sue intuizioni scientifiche sotto la tollerante protezione della Repubblica di Venezia. La digitalizzazione di queste opere è stata finanziata con i fondi del 5 per mille messi a disposizione dal Settore Biblioteche e Archivi dell'INAF. Tra i testi della collezione digitale ricordiamo: Opus elementorum euclidis.. del matematico greco Euclide, un incunabolo del 1491 con annotazioni e disegni manoscritti. Si tratta di una rara edizione dei commenti alla geometria di Euclide fatti da Campano di Novara nel XIII secolo ed è il documento più completo sull’antica geometria speculativa. Tra le Cinquecentine, Geographia universalis di Claudio Tolomeo del 1542, la summa del sapere geografico dell’età antica, edizione curata dal tedesco Sebastian Munster e l’opera del veronese Giovanni Padovani, De compositione et usu multiformium horologium solarium del 1582, trattato sulla costruzione di orologi solari e meridiane. La collezione comprende anche alcune Seicentine tra cui lo splendido atlante Uranometria di Johannes Bayer, nell’edizione del 1661. Quest’opera segna l’inizio dei grandi atlanti celesti, pubblicati separatamente dai cataloghi di stelle e impreziositi da una altissima qualità artistica delle tavole. Nel progetto di digitalizzazione sono ricompresi i registri manoscritti delle osservazioni metereologiche effettuate a Padova dal 1725 al 1804, tra cui le osservazioni di Giovanni Poleni e Giovanni Battista Morgagni.