Mappe del fondo Atti demaniali dell'Archivio di Stato di Campobasso

Pianta del “Bosco di Colle Rotondo di Montagnano”, a. 1811
“Pianta dell’Intiera Difesa del Rucile … di questa T(er)ra di Montemitro…”, a. 1812
“Pianta Generale di Selve piana … nelle Fossate cupe che si possiede dall’Uni(versi)tà di Campobasso …”, a.1819
“Pianta Topografica del Demanio di Vallone Cupo reintegrato … al Comune di Guglionesi…”, a. 1814

La cartografia contenuta nel fondo Atti demaniali dell'Archivio di Stato di Campobasso è costituita da circa 4.000 mappe redatte, dal 1806 al 1959 (con documenti in copia dal 1550), per effettuare la ricognizione e la ripartizione dei demani a seguito della eversione della feudalità nel Regno di Napoli, attuata con provvedimenti legislativi adottati da Giuseppe Bonaparte, tra il 1806 e il 1808. Ovvero la legge 2 agosto 1806 (… con cui si abolisce la feudalità) e i decreti 8 giugno 1807 e 3 dicembre 1808 (… sulla ripartizione dei demanj del regno). La ripartizione dei demani implicava due operazioni: 1) divisione delle terre ex feudali tra i baroni e i comuni e “scioglimento delle promiscuità”, consistente nella ripartizione dei demani tra comuni limitrofi, con il ripristino dei confini modificati dalle usurpazioni; 2) divisione in quote delle terre spettanti a ciascun comune e loro assegnazione ai richiedenti. Il Governo si proponeva, attraverso la divisione in quote delle terre demaniali, di creare piccole proprietà contadine.
Le competenze in materia demaniale furono affidate, con i citati decreti del 1807 e del 1808, agli Intendenti e ai Consigli d’Intendenza. Successivamente, con R.D. 23 ottobre 1809, furono nominati i Commissari ripartitori per accelerare le operazioni di divisione.
Le vicende delle quotizzazioni demaniali, importanti per la storia della proprietà agraria e della sua evoluzione, possono essere ricostruite attraverso il fondo documentario Atti demaniali, prodotto dall’Intendenza di Molise e versato all’Archivio di Stato di Campobasso.
Le circa 1.000 mappe (aa. 1783-1939), finora digitalizzate, sono state disegnate, a corredo degli atti istruttori, da regi agrimensori e periti appositamente nominati per eseguire la misurazione e la valutazione dei terreni; riflettono, attraverso le specifiche tecniche di realizzazione, le varietà locali dei sistemi di misurazione delle superfici agrarie.
Tali rappresentazioni cartografiche rivestono una particolare importanza, sono uniche e preziose fonti per la ricostruzione di interi territori e dell’evoluzione paesaggistica del Molise.