Cinquecentine napoletane
La collezione delle 137 Cinquecentine napoletane della Biblioteca universitaria di Napoli è un nucleo delle circa 5.000 possedute, rappresentativo di una realtà culturale e tipografica complessa, ma molto dinamica, che risale già al secolo precedente con le prime edizioni a stampa. La presenza dei reali e poi del viceré sul territorio con la corte e dell’Università degli studi ha favorito lo sviluppo delle tipografie e dei librai. I Tipografi sono concentrati nel centro storico greco-romano della città, ma è attorno alla Gran Corte della Vicaria, che si sviluppa una vera e propria imprenditoria tra stampatori e librai: tra questi Antonio Frezza, Giovanni Sultzbach, Mattia Cancer, favoriti dall’attività del Tribunale. La produzione è solo in parte di carattere religioso, nonostante la massiccia presenza di Ordini, dimostrando un’indipendenza intellettuale dall’influsso ecclesiastico, mentre in gran parte è orientata alla pubblicazione delle imprese reali e dei maggiori autori napoletani, come Pontano, Della Porta, Sannazzaro, Campanella, Telesio, Beldando.
Le tipografie partenopee diventano degli attrattori culturali in città e nel Viceregno, affiancate dai librai con cui spesso condividono le strade, punto di incontro dei filosofi, degli scienziati, dei giuristi e dei poeti napoletani. L’attenzione è rivolta anche agli eventi contemporanei, come l’eruzione del monte Nuovo, sorto nel 1538, che ha favorito un Tour turistico di viaggiatori stranieri, tra cui molti artisti olandesi e tedeschi, incentivando la pubblicazione di guide turistiche. Le marche tipografiche delle cinquecentine napoletane, tutte racchiuse in cornice, spesso hanno due differenti rappresentazioni nel frontespizio e nel colophon. Le edizioni sono in genere corredate da un notevole apparato iconografico, visibile nelle opere di Della Porta, di Fabio Colonna, di Giovanni Elisio, Giulio Jasolino.
Le acquisizioni digitali proseguiranno nei prossimi mesi per il completamento della collezione.