Manoscritti greci della Biblioteca Palatina di Parma

Parma, Biblioteca Palatina, Palatino, Ms. Pal. 5. 980-1100
Parma, Biblioteca Palatina, Parmense, Ms. Parm. 2139. 1376-1415
Palatina_Greci
Parma, Biblioteca Palatina, Palatino, Ms. Pal. 14. 1100-1150

I 35 manoscritti greci della Palatina costituiscono un nucleo prezioso all’interno delle raccolte palatine. Sono presenti nei due fondi principali: Fondo Palatino (11) e Fondo Parmense (24).

Il fondo Palatino nasce come la raccolta dei duchi Borbone Parma, formatasi a Lucca intorno ai libri di Maria Luisa di Borbone e di suo figlio e successore, Carlo Ludovico. Nel tempo vi entrarono a far parte diverse collezioni private: la libreria Buonvisi, riunita dai tre cardinali della famiglia tra XVI e XVIII secolo, in cui figurano anche manoscritti greci, tra i quali merita menzione il Pal. 5, sontuoso tetraevangelo dell’XI sec.; l’archivio di monsignor Ludovico Beccadelli, personaggio di spicco nella storia culturale ed ecclesiastica del XVI secolo. Tra le sue carte si rintraccia una notevole serie di lettere: Pal. 1019 e Pal. 1029.

Nel fondo Parmense, invece, la presenza di manoscritti greci si deve a due uomini fondamentali per la nascita e l’accrescimento delle raccolte della Biblioteca: Paolo Maria Paciaudi (1710-1785) e Giovanni Bernardo De Rossi (1742-1831).

Il primo fu il bibliotecario che, a partire dal 1761 su incarico di don Filippo di Borbone, costituì la Reale Biblioteca Parmense: accanto ai volumi a stampa, si adoperò anche al reperimento di manoscritti, per i quali redigeva dotte prefazioni che anteponeva ai volumi.

Nel novero dei suoi acquisti vi è il rotolo greco (Parm. 1217/2), conservato insieme ad altri tre in una preziosa custodia decorata con le armi di don Ferdinando, impresse in oro dal legatore di corte, Louis Antoine Laferté.

Giovanni Bernardo De Rossi fu professore di lingue orientali presso l’Università di Parma dal 1769 al 1821. Nella sua biblioteca trovarono posto, oltre a manoscritti e stampati ebraici, per i quali è soprattutto noto, anche manoscritti siriaci, arabi, persiani e turchi, spagnoli e dieci codici greci. Tra questi si può ricordare il Parm. 2139, raro Etimologico di Simeone grammatico.

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