Non c’è più fantasia, il nuovo mondo non sa che farsene della fantasia. I grandi problemi della produzione, i monotoni miti dei nuovi ceti non tollerano più la fantasia. Tutto è destinato a ubbidire alle leggi del peso e della quantità. Oggi si procede soltanto a miliardi e a tonnellate e si tende a mettere tutto in scatola: idee, frutta, sentimenti, carne. Non c’è posto per la fantasia, che è la figlia diletta della libertà. La libertà è morta perché si è troppo estesa. Escono dalle fogne vestiti di nuovo. Scompaiono i grandi signori e i grandi anarchici, estremi lussi di una medesima società. E sono scomparsi anche i grandi santi. Forse il cristianesimo vince la sua battaglia con i prezzi fissi e la produzione in serie. Abuso di potere, mitigato dal consenso popolare: ecco l’ideale della nostra democrazia. Quando l’Italia sarà sopraffatta dalla finta ricchezza che già ora dilaga, noi ci troveremo a vivere in un paese di cui non conosceremo più il volto né l’anima. |