Leo Longanesi: la Fabbrica del Dissenso - Dopoguerra

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 Leo Longanesi: la Fabbrica del Dissenso

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Non c’è più fantasia, il nuovo mondo non sa che farsene della fantasia. I grandi problemi della produzione, i monotoni miti dei nuovi ceti non tollerano più la fantasia. Tutto è destinato a ubbidire alle leggi del peso e della quantità. Oggi si procede soltanto a miliardi e a tonnellate e si tende a mettere tutto in scatola: idee, frutta, sentimenti, carne. Non c’è posto per la fantasia, che è la figlia diletta della libertà. La libertà è morta perché si è troppo estesa.

Escono dalle fogne vestiti di nuovo.

Scompaiono i grandi signori e i grandi anarchici, estremi lussi di una medesima società. E sono scomparsi anche i grandi santi. Forse il cristianesimo vince la sua battaglia con i prezzi fissi e la produzione in serie.

Abuso di potere, mitigato dal consenso popolare: ecco l’ideale della nostra democrazia.

Quando l’Italia sarà sopraffatta dalla finta ricchezza che già ora dilaga, noi ci troveremo a vivere in un paese di cui non conosceremo più il volto né l’anima.

 

 

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