Biblioteca statale Stelio Crise

Facciata sul giardino
Facciata
Ingresso
Sala di lettura principale

La Biblioteca statale Stelio Crise nel panorama delle Biblioteche Pubbliche si presenta del tutto atipica, sia nell’origine che nei compiti. Con il ritorno di Trieste all’Italia nel secondo dopoguerra, si sentì infatti vivissima l’esigenza di istituire una rete di biblioteche rionali che, sull’esempio della public library anglosassone, diffondesse l’uso e il gusto della lettura fra tutte le classi sociali. Interprete di tale esigenza si fece la Soprintendenza Bibliografica per il Veneto Orientale e la Venezia Giulia, la quale, con la collaborazione del Commissariato del Governo per il Territorio di Trieste e della Direzione per la Pubblica Istruzione, inaugurò nel 1956 la Biblioteca del Popolo. La situazione giuridica della Biblioteca mutò una prima volta nel 1962, quando divenne organo del Commissariato del Governo, a cui seguì un cambiamento più sostanziale quando, nel 1978, venne compresa nel novero delle Biblioteche Pubbliche Statali con il nome di Biblioteca Statale del Popolo, poi modificato in Biblioteca Statale. Nel 1998, con il trasferimento nel Palazzo Brambilla-Morpurgo, acquisito e restaurato dal Ministero, è stata rinnovata la politica culturale dell’Istituto, cercando di conciliare i compiti tradizionali di diffusione della cultura a ogni livello con la documentazione della cultura italiana e straniera, con particolare riguardo a quella regionale. Nel 2012 il Ministero intitolò la Biblioteca a Stelio Crise, protagonista della sua fondazione e direttore dal 1963 al 1974. Il patrimonio, con oltre 200.000 volumi, comprende in gran parte opere a stampa del XX secolo e l’orientamento prevalente dei fondi è di carattere umanistico. Dal 1998 sono state acquisite e/o donate le raccolte bibliografiche di alcuni eminenti studiosi e uomini di cultura quali Marcello Fraulini, Giuseppe Mayländer,  Iginio Moncalvo, Giovanni Pucalovich, Emilio Servadio.

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