Manoscritti musicali del Fondo Pepe

F. Bianchi, Vendetta di Nino. Qual gel di morte io sento. 1797
J. B. Cramer,  Sonata Seconda per Piano Forte
M. Pepe, Melodia per violoncello. Autografo. 16 maggio 1863
C. Pepe, Cum sancto spiritu. Prima metà del XIX sec.

I manoscritti sono la parte più consistente del Fondo Pepe e testimoniano dei musicisti e delle attività musicali ad essi legate. Il fondo si è stratificato ed accresciuto dalla seconda metà del Settecento fino agli inizi del Novecento. In questo arco di tempo si sono sovrapposti tre nuclei principali. A quello originario, formato in gran parte da musica appartenuta alla famiglia Cuoco, si è sovrapposto un secondo, costituito dalla produzione musicale di Carlo Pepe e dalle copie ad uso del gruppo di musicisti riunitosi intorno a lui ed a Giuseppe Nicola D'Ascanio. Il terzo, e più recente nucleo, è quello costituito dalle composizioni, trascrizioni, copie, riduzioni e adattamenti di Marcello Pepe. Il primo nucleo è costituito da materiale databile dalla metà del XVIII secolo fino agli inizi dell'Ottocento, mentre il materiale musicale del secondo e del terzo nucleo, che in parte coincidono temporalmente, è stato prodotto durante l’intero secolo XIX. L’arco temporale di produzione del secondo nucleo può essere individuato prendendo a riferimento da una parte l’inizio dell'attività musicale di Carlo Pepe, risalente agli anni venti dell'Ottocento, fino alla sua morte, il 1849. Il materiale musicale del terzo nucleo, invece, vede la luce in corrispondenza del periodo di attività di Marcello Pepe, che ha inizio nel 1834. Il primo nucleo – quello più antico - contiene manoscritti, in copie coeve, di arie e recitativi appartenenti ad opere rappresentate, fra la metà del Settecento ed i primi anni dell'Ottocento, nei diversi teatri napoletani. La restante parte del fondo contiene la produzione di Carlo Pepe e di suo figlio Marcello, allievo napoletano di Gaetano Donizetti. Vi sono composizioni, sacre e liturgiche, per la chiesa di Civitampomarano e trascrizioni ed adattamenti, in gran parte di composizioni donizettiane, per la locale orchestra.