Manoscritti islamici

Hakīm Abol-Ghāsem Ferdowsī Tūsī, Shahnamé (Libro dei Re). Ms. Magl. III. 24, 9 maggio 1217
Il Corano del copista  Mustafa al-Gazzali, Banco Rari 206
Trattato giuridico di commento all'opera di Gurar al-ahkam, Magl.III,21
Il Corano del calligrafo Yaqut al-Musta'simi, Banco Rari.41

La collezione di manoscritti islamici della Biblioteca nazionale centrale di Firenze si compone di 137 manoscritti in lingua araba e di 14 manoscritti in lingua persiana, di grande pregio e importanza appartenenti ai fondi Magliabechiano, Nazionale, Palatino e Nuove Accessioni. Al Magliabechiano, nucleo originario della BNCF, appartengono 59 codici tra cui il più antico esemplare, finora conosciuto al mondo, datato 9 maggio 1217, dello Shahnamé (Libro dei Re) Magl. III. 24 composto intorno all’anno mille da Hakīm Abol-Ghāsem Ferdowsī Tūsī, poeta iraniano, che in 50.000 versi racconta l’epopea dei re persiani dalla creazione del mondo fino alla conquista islamica del VII secolo. Manoscritto probabilmente in Anatolia, fu portato nel 1594 in Italia da Gerolamo Vecchietti che lo aveva acquisito durante una delle missioni compiute in Egitto per reperire libri e manoscritti per la Stamperia Orientale Medicea allestita a Roma nel 1584 dal cardinale Ferdinando de' Medici e lì attiva fino al 1614. I codici del fondo Palatino provengono da Jakob Gräberg (diplomatico svedese bibliotecario della Biblioteca Palatina di Firenze), da Francesco Del Furia (bibliotecario) e da Luigi De Sinner (filologo e bibliografo svizzero che donò alla Palatina la propria biblioteca) mentre nel fondo delle Nuove Accessioni sono confluiti i codici donati da Mosè Castelli, uno dei primi tipografi specializzati in libri arabi. La maggior parte dei codici risalgono al XVI-XVII secolo, a cui si aggiungono 58 codici del XVIII-XIX secolo, 4 codici del XV secolo e un codice del XIII secolo. Tra quelli di cui è possibile rintracciare la provenienza geografica, 7 risultano copiati in Turchia, 9 a Il Cairo, 4 a Baghdad o zone limitrofe, 29 in Nord Africa e 5 a Firenze, oltre a un consistente numero di manoscritti copiati a Roma per mano di Giovan Battista Raimondi per le attività connesse alla Stamperia Orientale Medicea. Di particolare rilievo l’antico codice magliabechiano Banco Rari 41 per la celebrità del calligrafo Yaqut al-Musta’simi (m. Baghdad 1298 a.D). Colto scrivano e segretario dell’ultimo califfo abbaside, ritenuto estremamente importante per lo sviluppo della calligrafia, assunta a espressione d’arte sempre più elaborata e ornamentale in quanto manifestazione della parola del Profeta.