Biblioteca comunale Filippo De Miccolis Angelini – Putignano

Chiostro dell'ex convento delle Carmelitane
Mostra permanente del Carnevale di Putignano
Sala di lettura
Sezione libraria

L’idea di far nascere a Putignano una biblioteca comunale maturò nel 1953 nella compagine amministrativa capeggiata di Filippo De Miccolis Angelini, a cui oggi è intitolata. L’istituzione formale avvenne con delibera del Consiglio comunale il 10 giugno 1958, l’inaugurazione ufficiale il 29 giugno del 1964.
Come sede della biblioteca fu scelto l’ex Convento delle Carmelitane risalente al 1568 e la dotazione iniziale consisteva in circa settemila volumi provenienti dalle due biblioteche conventuali dei Cappuccini e dei Carmelitani, dalla donazione del principe Guglielmo Romanazzi Carducci, dalla biblioteca circolante, da una donazione di libri concessi in prestito perpetuo dall’USIS (Servizio Informazioni degli Stati Uniti), dall’editore Giovanni Laterza nativo di Putignano e dal sindaco Filippo De Miccolis Angelini. L’amministrazione comunale provvide all’acquisto di enciclopedie, di tutte le opere di Benedetto Croce edite dalla Laterza; furono inoltre sottoscritti abbonamenti a 10 riviste, 3 quotidiani e 4 periodici locali.
Acquisti particolarmente significativi furono: il manoscritto ottocentesco sulla storia di Putignano di Giovanni Casulli ed una copia delle Effemeridi putignanesi, ovvero successi e storia della città di Putignano (1737-1744) del domenicano Domenico Maria Campanella.
Nel corso degli anni il patrimonio librario e documentale della biblioteca si è incrementato grazie ad acquisti e donazioni ed oggi consta complessivamente di 58.767 unità bibliografiche.
Il fondo antico è costituito da circa 5.000 volumi, degni di nota 395 cinquecentine, due delle quali stampate a Venezia da Aldo Manuzio e 710 edizioni del Seicento. Fanno parte di questo fondo circa 1.500 volumi provenienti dal locale monastero dei Cappuccini, tutti rilegati in pergamena, prevalentemente opere di argomento religioso. Molto ricca è la sezione pugliese e di storia locale che richiama studiosi provenienti da vari paesi. L’emeroteca comprende circa trecento testate di periodici cessati e correnti, fra cui La Gazzetta del Mezzogiorno rilegata dal 1940.
 

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