Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli

Scorcio della Bilblioteca nazionale di Napoli
Sala Rari
Sala della Lucchesi Palli
Leggio di Maria Carolina
La fondazione della Biblioteca nazionale di Napoli risale agli ultimi decenni del Settecento, quando Ferdinando IV di Borbone fece collocare nel Palazzo degli studi le raccolte librarie conservate nel Palazzo reale e nel Palazzo di Capodimonte. Tra queste la collezione Farnesiana, che Carlo di Borbone aveva fatto trasportare nella capitale. La Real biblioteca fu  inaugurata dal sovrano il  13 gennaio 1804. Al nucleo originale si erano venuti ad aggiungere preziosi fondi ai quali nel decennio francese si aggiungeranno quelli provenienti dalla soppressioni monastiche.
Dal 1816 la biblioteca assume la denominazione di borbonica. Prenderà quella di nazionale dopo l’Unità. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento fruisce di straordinarie acquisizioni: la raccolta musicale e teatrale del conte Edoardo Lucchesi Palli; il corpus degli autografi di Giacomo Leopardi; l'Officina dei papiri Ercolanesi.
Negli anni Venti se ne dispone il trasferimento in un’ala del Palazzo reale dove confluiranno le raccolte delle biblioteche storiche della città: la Brancacciana, la Provinciale, la San Giacomo, la Biblioteca del Museo di San Martino. Chiusa nel 1942, quando il ricco patrimonio bibliografico fu trasferito in paesi più sicuri dell'entroterra, la biblioteca  riapre al pubblico nel 1945.
Nel 1990 la Biblioteca ha aderito al Servizio bibliotecario nazionale (SBN) e ne coordina il polo meridionale. Il ricchissimo patrimonio della biblioteca è costituito tra l’altro da 1.799.934 volumi a stampa, 8926 testate di periodici; 19.758 manoscritti in volume e 153.606 documenti appartenenti a carteggi e archivi privati; 4.563 incunaboli e circa 50.000 cinquecentine; oltre 6.000 carte geografiche storiche e 21.600 fotografie in fondi fotografici storici; 1.838 papiri e 4.665 disegni di papiri.

La biblioteca dipende dal Ministero per i beni e le attività culturali.

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