Dalla Sicilia all'Europa: l'Italia di Brancati - Cronologia della vita

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Dalla Sicilia all'Europa: l'Italia di Brancati

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Brancati

Bell'antonio

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CRONOLOGIA DELLA VITA

1907
Nasce a Pachino (Siracusa) e trascorre l'infanzia in diversi centri della Sicilia Sud-orientale dove il padre, funzionario di prefettura, presta servizio.
1920
La famiglia si stabilisce a Catania e nella città etnea Vitaliano frequenterà il Liceo e quindi la Facoltà di Lettere.
1922
Esordisce con i primi versi nel quotidiano catanese «Il Giornale dell'Isola». Sempre versi invia, per un autorevole giudizio, a Gabriele d'Annunzio, allora da poco reduce dall'impresa di Fiume, già confinato nella residenza sul lago di Garda che diventerà il «Vittoriale degli Italiani».
1924
Continua a collaborare con i giornali isolani e si iscrive al Partito nazionale fascista. Fonda a Catania la rivista «Ebe», di ispirazione dannunziana.
1928
Conclude il poema Fedor: «le sue pagine» dirà «sono numerate con i giorni della mia adolescenza». Lo dedica a Giuseppe Antonio Borgese, intellettuale siciliano di fede liberale e antifascista.
1929
Si laurea con una tesi su Federico De Roberto. Nel quotidiano romano «Il Tevere», diretto dal siciliano Telesio Interlandi, comincia a pubblicare una serie di racconti.
1930
Con Everest debutta come autore di teatro. Si tratta di un «mito» sulla figura del «capo» che inneggia a Mussolini. Con la regia di Stefano Pirandello l'opera va in scena a Roma. Incontra Borgese.
1931
Viene ricevuto da Mussolini a palazzo Venezia.
1932
Pubblica il primo romanzo, L'amico del vincitore, con dedica a Interlandi, e il dramma Piave che, edito da Mondadori, va in scena al Teatro Valle di Roma per la regia di Anton Giulio Bragaglia. Si trasferisce a Roma dove svolge la funzione di caporedattore presso il settimanale illustrato «Quadrivio».
1934
Pubblica da Mondadori il romanzo Singolare avventura di viaggio in cui comincia a emergere il dissenso nei confronti del Fascismo. Proprio «Quadrivio» recensisce infatti sfavorevolmente l'opera che viene ritirata dalle librerie. Le sue novelle continuano però a uscire su varie testate.
1936
Dopo un lungo soggiorno siciliano ritorna a Roma. Decisivo, ora, l'incontro con fascisti di fronda quali Mino Maccari e Leo Longanesi. Quest'ultimo, che lo vuole tra i collaboratori del suo settimanale illustrato, «Omnibus», gli suggerisce di puntare sulla satira che appunto si rivelerà la sua miglior vena.
1937
Rientra in Sicilia per dedicarsi all'insegnamento (a Caltanissetta, in un Istituto magistrale), ma l'abbandono di Roma segna anche il suo distacco dagli ambienti fascisti della Capitale. Significativo, in proposito, il racconto La noia nel ‘937.
1938
Ottiene il trasferimento a Catania, dove sarà più che mai operoso: oltre ai racconti, pubblica due romanzi: Sogno di un valzer e Gli anni perduti, mentre per il teatro compone la commedia Questo matrimonio s'ha da fare.
1939
Raccoglie in volume i racconti usciti in precedenza alla spicciolata e inizia a collaborare al settimanale «Oggi» con una rubrica di aforismi (Diario sui Ricchi e sui Poveri).
1940
A Zafferana Etnea, località di villeggiatura della famiglia, compone Don Giovanni in Sicilia, edito da Rizzoli l'anno successivo.
1941
Presso Bompiani pubblica un'antologia di scritti leopardiani. La commedia Le trombe di Eustachio (satira di una spia fascista) va in scena a Roma, interpretata da Giulietta Masina. Durante le prove conosce Anna Proclemer innamorandosene perdutamente.
1942
Traduce Chateaubriand per l'antologia dei Mémoirs d'outretombe che esce da Rizzoli. Esordisce nel cinema come sceneggiatore collaborando a Ossessione di Visconti.
1943
La commedia Don Giovanni involontario, in scena a Roma per la regia di Bragaglia e l'interpretazione della Proclemer, viene sospesa alle prime repliche da una squadra di Gruppi universitari fascisti. Torna in Sicilia, poco prima dello sbarco angloamericano. Pubblica da Bompiani I piaceri (parole all'orecchio). Risalgono a quest'anno le sceneggiature di Enrico IV (di Luigi Pirandello) e di Silenzio, si gira! (di Cesare Zavattini).
1944
Compone il Vecchio con gli stivali, lungo racconto che nel 1948 diventerà un film (Anni difficili), diretto da Luigi Zampa.
1945-46
Rivede a Catania Anna Proclemer che sposerà il 22 luglio 1946 e si stabilisce a Roma. Raccoglie in volume le ultime novelle, a cominciare dal Vecchio con gli stivali; compone la commedia Raffaele e il romanzo breve Quattro avventure di Tobaico. Alla neonata casa editrice Longanesi affida i Fascisti invecchiano. Collabora con «L'Europeo» e «Il Tempo», mentre per il cinema stende la sceneggiatura di Fatalità per la regia di Gino Bianchi.
1947
Inaugura nel «Tempo» Diario romano, rubrica di riflessione politica nella quale denuncia il conformismo di ogni colore politico. Nasce la figlia Antonia. Si reca a Napoli per incontrare Benedetto Croce e vive fervidamente nell'ambiente letterario della Capitale stringendo strette relazioni con Moravia, Flaiano, Cardarelli, Patti, De Feo, Pannunzio, Vespignani, Penna, Talarico. Collabora al «Politecnico».
1948
Il Diario romano prosegue nel «Corriere della Sera». Compone il Bell'Antonio pubblicato l'anno successivo da Bompiani.
1949
Mario Pannunzio fonda il «Mondo», settimanale laico e liberale, al quale collabora assiduamente. E' fra gli sceneggiatori di E' primavera, di Renato Castellani, e di Vulcano, di William Dieterle. Comincia a guidare l'automobile e compie lunghi viaggi in Francia e in Inghilterra.
1950
Il Bell'Antonio vince il premio Bagutta. Pubblica nel «Mondo» la commedia Una donna di casa. Compone la farsa musicale Il tenore sconfitto, ovvero la presunzione punita, rappresentata al Teatro Eliseo di Roma con musiche di Tommasini. Collabora alle sceneggiature di E' più facile che un cammello, di Luigi Zampa, e L'edera, di Augusto Genina.
1951
Dopo anni di congedi e aspettative, lascia l'insegnamento. Compone il dramma La governante e collabora alle sceneggiature di Guardie e ladri, di Mario Monicelli, e Signori, in carrozza!, di Luigi Zampa.
1952
La rappresentazione della Governante viene vietata dalla censura. Rifiutato da Bompiani e da Einaudi, il dramma esce in volume da Laterza insieme con Ritorno alla censura, il pamphlet in cui denuncia l' «aria di sacrestia che invade l'Italia». Con la moglie traduce L'amore dei quattro colonnelli di Peter Ustinov. Tiene due importanti conferenze: a Parigi, Le due dittature (pubblicata in opuscolo) in difesa della libertà della cultura e a Firenze, alla presenza di Salvemini e Calamandrei, sul problema spinoso della censura. Avvia la stesura di Paolo il caldo che dovrebbe far parte della trilogia I Siciliani. Scrive il soggetto di Tre storie proibite per Genina e collabora alla sceneggiatura di Altri tempi, La fiammata (Blasetti), Dov'è la libertà (Rossellini).
1953
Prosegue la stesura di Paolo il caldo, ma l'attività più intensa è per il cinema. Scrive il soggetto di Anni facili (Zampa) e Viaggio in Italia (Rossellini) mentre collabora alla sceneggiatura di Questa è la vita (Zampa), L'uomo, la bestia e la virtù (Steno), Vacanze d'amore (Le Chanois). Anna Proclemer abbandona il tetto coniugale.

1954
Scrive soggetto e sceneggiatura di L'arte di arrangiarsi (Zampa) e la sceneggiatura di Orient express (Carlo Ludovico Bragaglia). Muore durante un intervento chirurgico per l'asportazione di una cisti dermoide.

Paolo il caldo, incompiuto, viene pubblicato l'anno successivo da Bompiani con la prefazione di Moravia.

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