GUIDO GOZZANO, Colloqui con la poesia - L'amore

Sommario     Pagina precedente     Pagina successiva     Indice mostre

 GUIDO GOZZANO, Colloqui con la poesia

L'amore

 

Caricature di Guido e di Amalia dell’amico Golia

Caricature di Guido e di Amalia dell’amico Golia.


Taccuino di indirizzi

Taccuino di indirizzi.


Disegno a carboncino di Piero Antonio Gariazzo

Disegno a carboncino di Piero Antonio Gariazzo.

'Le Vergini folli', frontespizio e dedica ad Arturo Graf

'Le Vergini folli', frontespizio e dedica ad Arturo Graf

"Le Vergini folli", frontespizio e dedica ad Arturo Graf.


Segnalazione, tra i nuovi poeti, di Amalia e di Guido, “La donna”, 5 e 20

Segnalazione, tra i nuovi poeti, di Amalia e di Guido, “La donna”, 5 e 20

Segnalazione, tra i nuovi poeti, di Amalia e di Guido, “La donna”, 5 e 20 maggio 1907.

  

Era Italia!... Italia che si è data a miglior vita. [...] Sorbiva allegramente una ghiacciata e non appena si accorse di noi ci fece un mondo di feste: à cambiato il povero alloggetto di prima con un grazioso appartamento e veste con una certa eleganza. Si ciarlò parecchio assieme e poi, lasciato Aimone volle che visitassi il suo nuovo appartamento...
(da una lettera a Ettore Colla, 31 agosto 1901)

Caricature di Guido e di Amalia dell’amico Golia

Le prime confidenze sentimentali risalgono agli anni del liceo; ad alcune “donnine allegre”, le garghette (Italia, Teresin, Amelia, ...), si contrappongono le tre adorabili signorine Fea, ottime cuoche e oneste fanciulle.

 

Le signorine Fea, che ti ò detto, possiedono un più che discreto albergo; danno splendidamente da mangiare e sono tre adorabili creature l’una di 22, l’altra di 21 e l’ultima di 19 anni... oneste, però, ma che non vietano ai loro ospiti qualche abbraccio rubato... [...] Ironia della sorte, la maggiore delle Fea porta [...] quel nome che un tempo mi faceva balzare il cuore in gola dalla commozione, ma che ora – come cambiano le cose! – mi lascia completamente indifferente e non risveglia in me che un dolce senso di costolette ai ferri o di ostriche di Venezia.
(da una lettera a Ettore Colla, 9 dicembre 1902)

Nella sala dei giornali della Società di Cultura, Gozzano conobbe Amalia Guglielminetti, una giovane poetessa al suo secondo libro con Le vergini folli (1907); il rapporto si trasformò in amore e poi in una sorta di “fraternità spirituale”.

 

Con Amalia, divenuta sorella in arte, Guido dialoga e si confronta sulla letteratura e sulla vita.

 

Una volta, l’anno scorso, noi – Vallini Bassi Vugliano ed altri – eravamo nella sala dei giornali, voi – sola – in quella delle riviste, in piedi, eretta, sfogliando col braccio proteso le rassegne sul tavolo. E fra di noi si dicevano più o meno queste cose:
- È bella.
- Sì, è bella!
- Ma scrive. [...]
- È una Signorina per bene e di ottimo casato...
- Già, dicono che sia per bene.
- È, è: questo ve lo garantisco: conosco la famiglia.
- Che peccato!
- Che cosa?
- Che sia Signorina.
- E che sia per bene.
- Che peccato: è proprio bella!
- Fosse almeno analfabeta.
- Ma scrive!
(da una lettera ad Amalia Guglielminetti, 10 giugno 1907)

Prima di tutto siete bella.
E precisamente di quella bellezza che piace a me. [...] Non ho mai potuto capire, ad esempio, se, sotto i grandi caschi piumati, alla Rembrandt, che voi prediligete, i vostri capelli siano spartiti alla foggia antica o no; ma ho benissimo impresse le ondulature che hanno alle tempia e la mollezza con che si raccolgono in nodo, dietro la nuca.
Ho presente anche questo: che avete bei denti e una bella bocca, piuttosto grande e fresca e attirante come poche, e che avete due begli occhi [...]; avete anche il profilo che piace a me, vestite come piace a me e camminate come piace a me [...]. Aggiungete l’aureola letteraria.
(da una lettera ad Amalia Guglielminetti, 10 giugno 1907)

Ma come fare per dirle che i suoi versi mi sono piaciuti? Si dice così anche quando non è vero. Come fare per dirle che di molti suoi sonetti sono innamorato? Lei non sa, Egregia, che cosa significhi per me l’essere innamorato d’una poesia?
Significa questo: averne la presenza nel cervello, con una dolcezza quasi importuna, sentirne pulsare il ritmo di continuo nelle cose più diverse e bizzarre: nel mare, nel treno, nel ticchettio dell’orologio, nel soffiare del vento fra i palmizi, nel contare le goccie di creosoto, nel tinnire delle posate, nel gridio de’ bimbi... Proprio! E molti dei suoi sonetti mi perseguitano.
(da una lettera ad Amalia Guglileminetti, 5 giugno 1907)

È giunta l’ora dell’amicizia. Ed è bene che sia giunta. Io sento, per questo, una serenità nuova nell’anima, e il ricordo del passato nostro è senza rimpianti, a pena a pena soffuso di una lievissima malinconia. [...] Di Voi ho perduto la parte meno cara al mio spirito: la creatura amante, ma mi resta l’altra, la sola alla quale io tenga veramente:
l’amica buona, la compagna necessaria.
(da una lettera ad Amalia Guglielminetti, 24 maggio 1908)

Cara Amalia, siamo due grandi artisti!
[...] Amalia, cara, cara mia, non c’è veramente al mondo cosa più bella di questa nostra arte fatta di parole.
(da una lettera ad Amalia Guglielminetti, 20 giugno 1909)