Manzoni Scrittore e lettore europeo - Il viaggio in Toscana

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Manzoni Scrittore e lettore europeo

Il viaggio in Toscana

 

 Finalmente, terminata la stampa dei Promessi Sposi il Manzoni era libero di intraprendere quel viaggio in Toscana che aveva dovuto dilazionare di anno in anno. La partenza dell’intera famiglia (tredici persone, compresi i domestici, sistemate in due carrozze) avvenne il 16 luglio. Itinerario: Pavia, Genova (dove si trattennero sino al 7 agosto, facendovi i bagni), Sestri, Massa, Pietrasanta, Lucca, Pisa, Livorno (dove giunsero il 10 e vi si trattennero sino al 25), di nuovo Pisa e infine (29 agosto) Firenze. Qui il Manzoni, che aveva innanzi tutto come scopo un’indagine linguistica in loco, già con l’idea, principalmente, di provvedere alla “revisione” della sua “tiritera”, trovò soprattutto in Giambattista Piccolini e in Gaetano Cioni i pazienti, colti e premurosi informatori che gli servivano, uomini che, come scriveva al Grossi il 17 settembre, riunivano “in sommo grado la scienza e la compiacenza”. Punto di ritrovo era soprattutto il Gabinetto scientifico-letterario del Vieusseux, al quale Manzoni era già stato presentato per lettera dal Tommaseo con un ritratto efficace: e qui egli ebbe modo di conoscere il Leopardi, il Giordani, e anche Gino Capponi, che avrebbe avuto sempre carissimo. Accoglienze particolari ebbe anche dal granduca di Toscana Leopoldo II, che in più occasioni gli dimostrò ammirazione e amicizia. Il soggiorno a Firenze (dove il Manzoni e i suoi abitarono, dopo i primi giorni, nell’albergo delle Quattro Nazioni, presso il ponte di Santa Trinita) durò fino al 1° ottobre. Partendo egli lasciava agli amici toscani il compito di rivedere linguisticamente il suo romanzo e di appuntare ai margini del Vocabolario milanese del Cherubini le corrispondenti voci dell’uso vivo dei fiorentini colti. L’idea astratta di lingua toscana, infatti, aveva lasciato il posto, davanti alla varietà linguistica che egli aveva riscontrato direttamente dall’una all’altra città di quella regione, all’idea di lingua fiorentina: punto fermo, univoco, in cui far risiedere quell’unità linguistica che era tutt’uno con l’“assoluto” cui aspirava il rigore della sua coscienza morale e della sua mente.     

Andrea Gastaldi, L’Innominato, 1860, Olio su tela

Vocabolario degli Accadecimi della Crusca..., Verona, 1806
Vocabolario degli Accadecimi della Crusca..., Verona, 1806, t. I, frontespizio e p. 273.
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense.


  Roberto Focosi, Incontro tra don Abbondio e i bravi, [1828], litografia

Roberto Focosi, Renzo all’osteria della luna piena, [1828], litografia

 Francesco Gonin, Disegni per l’edizione illustrata dei Promessi Sposi del 1840

Andrea Gastaldi, L’Innominato, 1860, Olio su tela.
Torino, Civca Galleria d’Arte Moderna.





 



Vocabolario degli Accadecimi della Crusca..., Verona, 1806






Roberto Focosi, Incontro tra don Abbondio e i bravi, [1828], litografia.
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense.





Roberto Focosi, Renzo all’osteria della luna piena, [1828], litografia
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense.

 

 


Francesco Gonin, Disegni per l’edizione illustrata dei Promessi Sposi del 1840.
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense.