UMBERTO SABA. LA POESIA DI UNA VITA - Contenuti e struttura del Canzoniere

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 UMBERTO SABA. LA POESIA DI UNA VITA

I contenuti e la struttura del Canzoniere

Umberto Saba

     

I contenuti: la poesia della vita

Il Canzoniere è una sorta di romanzo scandito dai temi e dalle stagioni della vita e il suo contenuto è la vita stessa che si trasforma in poesia. La ricerca dell’autenticità, la sublimazione dell’istinto e della passione passano attraverso la semplicità delle cose, dei personaggi e
delle situazioni tratti tutti dalle vicende minime di una quotidianità priva di travestimenti. La poesia di Saba, nonostante si presenti con i tratti della più
assoluta oggettività, ha sempre un carattere
introspettivo e si risolve in una sorta di psicodramma
in cui il poeta va alla ricerca di sé in un ininterrotto dialogo che attraversa la giovinezza, ritorna all’infanzia e arriva alla senilità.

   

Umberto Saba

Umberto Saba

CUCINA ECONOMICA
IMMENSA GRATITUDINE ALLA VITA
CHE HA CONSERVATO QUESTE CARE COSE;
OCEANO DI DELIZIE, ANIMA MIA!

OH COME TUTTO AL SUO POSTO SI TROVA!
OH COME TUTTO AL SUO POSTO È RESTATO!
IN GRANDE POVERTÀ ANCHE È SALVEZZA.
DELLA GIALLA POLENTA LA BELLEZZA
MI COMMUOVE PER GLI OCCHI; IL CUORE SALE,
PER FASCINI PIÙ OCCULTI, AD UN ESTREMO
DELL’UMANO POSSIBILE SENTIRE.
IO, SE POTESSI, IO QUI VORREI MORIRE,
QUI MI TRASSE UN ISTINTO. INDIFFERENTI
CENANO ACCANTO A ME DUE MURATORI;
E UN VECCHIETTO CHE IL PASTO SENZA VINO
HA CONSUMATO, IN SÉ SI È CHIUSO E AL CALDO
DOLCE ACCOGLIENTE, COME NASCITURO
DENTRO IL GREMBO MATERNO. EGLI ASSOMIGLIA
FORSE AL MIO POVERO PADRE RAMINGO,
CUI MALEDIVA MIA MADRE; UN BAMBINO
ESTERREFATTO ASCOLTAVA. VICINO
MI SENTO ALLE MIE ORIGINI; MI SENTO,
SE NON ERRO, AD UN MIO LUOGO TORNATO;

AL POPOLO IN CUI MUOIO, ONDE SON NATO.
Il piccolo Berto (1929-1931)

 

Lettera autografa in cui Saba spiega il titolo della raccolta I prigioni

Lettera autografa in cui
Saba spiega il titolo
della raccolta I prigioni


Lettera autografa in cui Saba spiega il titolo della raccolta I prigioni

 

Umbero Saba

Autunno

La struttura del Canzoniere

La struttura del Canzoniere nasce da un lavoro ininterrotto di montaggio e smontaggio che il poeta compie per tutta la vita. L’ultima versione è in tre volumi ed è tre volte più ricca del primo Canzoniere pubblicato nel 1921. Il titolo ricorda il libro di Francesco Petrarca ma anche il Buch der Lieder di Heinrich Heine tradotto in italiano nel 1866 con il titolo di Canzoniere.
Il primo volume comprende: Poesie dell’adolescenza e giovanili (1900-1907), Versi militari (Salerno 1908), Casa e campagna (1909-1910), Trieste e una donna (1910-12), La serena disperazione (1913-15), Poesie scritte durante la guerra, Tre poesie fuori luogo, Cose leggere e vaganti (1920) e L’amorosa spina (1920)
Il secondo volume comprende: Preludio e canzonette (1922- 1923), Autobiografia (1924), I prigioni (1924), Fanciulle (1925), Cuor morituro (1925-1930), L’uomo (1928), Preludio e fughe (1928-29), Il piccolo Berto (1929-31).
Il terzo volume comprende: Parole (1933-34), Ultime cose (1935-1943), 1944, Varie scritte prima e dopo il 1944, Mediterranee (1945-46), Epigrafe (1947-48), Uccelli (1948), Quasi un racconto (1951), ripubblicato con il titolo Amicizia a cura di Carlo Levi, Sei poesie della vecchiaia (1953-54).
Nell’edizione dei Meridiani Mondadori del 1988, curata da Arrigo Stara, sono state raccolte anche le poesie del cosiddetto Canzoniere apocrifo che Saba, non senza ripensamenti, aveva deciso di eliminare.

In Casa e campagna compare la più famosa delle poesie dedicate alla moglie.

A MIA MOGLIE
TU SEI COME UNA GIOVANE,
UNA BIANCA POLLASTRA.
LE SI ARRUFFANO AL VENTO
LE PIUME, IL COLLO CHINA
PER BERE, E IN TERRA RASPA;
MA, NELL’ANDARE,HA IL LENTO
TUO PASSO DI REGINA,
ED INCEDE SULL’ERBA
PETTORUTA E SUPERBA.
E’ MIGLIORE DEL MASCHIO.
E’ COME SONO TUTTE
LE FEMMINE DI TUTTI
I SERENI ANIMALI
CHE AVVICINANO A DIO.
COSÌ SE L’OCCHIO, SE IL GIUDIZIO MIO
NON M’INGANNA, FRA QUESTE HAI LE TUE UGUALI,
E IN NESSUN’ALTRA DONNA.
QUANDO LA SERA ASSONNA
LE GALLINELLE,
METTONO VOCI CHE RICORDAN QUELLE,
DOLCISSIME, ONDE A VOLTE DEI TUOI MALI,
TI QUERELI, E NON SAI
CHE LA TUA VOCE HA LA SOAVE E TRISTE
MUSICA DEI POLLAI.

TU SEI COME LA PROVVIDA
FORMICA. DI LEI, QUANDO
ESCONO ALLA CAMPAGNA,
PARLA AL BIMBO LA NONNA
CHE L’ACCOMPAGNA.
E COSÌ NELLA PECCHIA
TI RITROVO, ED IN TUTTE
LE FEMMINE DI TUTTI
I SERENI ANIMALI
CHE AVVICINANO A DIO;
E IN NESSUN’ALTRA DONNA.
Casa e campagna (1909-10)