Mario Tobino, oggi - Le radici versiliesi

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Mario Tobino, oggi

Le radici versiliesi

 

 

La Viareggio del giovane Tobino

La Viareggio del giovane Tobino
La Viareggio del giovane Tobino.

 

Tobino, anche se bambino, fu testimone del drammatico episodio delle "tre giornate" del maggio 1920, quando, dopo la partita di calcio Viareggio - Lucca, si verificarono incidenti con l'uccisione di un giovane da parte delle forze dell'ordine. Questo scayenò a Viareggio una vera rivoluzione locale contro le istituzioni.

Così Tobino ricorda l'episodio:

La faccenda cominciò il 2 Maggio 1920, nel dopopranzo, durante la partita di calcio Viareggio - Lucca. Il cielo era sereno. Gli animi invece già in esaltazione, sin dal giorno prima. Una poetessa venuta da Milano aveva fatto un comizio al Politeama, il teatro zeppo di gente.

Aveva annunciato la rivoluzione: "sappiate che a Milano hanno invaso le fabbriche. Viva l'anarchia. Ci sfruttano. I signori. La guerra l'hanno fatta i poveri. Quanti morti. Ribelliamoci. Gli orfani chi li mantiene?" Tutto il paese aveva commentato il comizio della poetessa. In specie le donne che estranee, alla partita di calcio, il giorno dopo sulla porta di casa si facevano domande, le parole rivoluzione, diventare padroni, via i ricchi, anarchia, le pronunziavano per la prima volta.

Le anime già pronte ed ecco ci fu la partita di calcio. Verso la fine nacque una rissa tra i giocatori. Lo stecconato che circondava i posti popolari fu divelto. I popolani entrarono in campo per aggredire arbitro, giocatori, avversari. I carabinieri che erano di servizio, e avevano fiutato burrasca, entrarono in azione. I popolani non ne ebbero timore, addirittura li disarmarono. I carabinieri corsero alla Tenenza per avvertire ciò che era loro successo e l'insulto subito.