IX. Uno stretto legame con le giornate precedenti
Con le novelle 3 e 5 si chiude il cosiddetto ciclo di Calandrino. Vittima di due burle nella giornata precedente (VIII, 3 e 6), all’ingenuo pittore viene adesso fatto credere da Bruno e Buffalmacco di essere incinta (3), per potergli estorcere dei denari. Nel secondo episodio (6), Calandrino viene assecondato dagli “amici” nella sua passione extraconiugale, con il solo fine di farlo cogliere in flagrante dalla moglie, la brutale Monna Tessa. La donna aggredisce Calandrino con la stessa violenza della quale era stata vittima quando il marito aveva creduto che dovesse essere imputata a lei la perdita dei poteri magici dell’elitropia (VIII, 3). Nel capovolgimento dei ruoli si assiste a un riscatto di Tessa, che contravviene alla sottomissione coniugale prescritta per le mogli in altre novelle di questa decade (7, 9). La contraddizione contribuisce a fare delle novelle del ciclo di Calandrino una serie compatta, intimamente interdipendente, a discapito della conformità con i temi principali delle giornate, all’interno delle quali si inseriscono.
La dabbenaggine di compar Pietro e di sua moglie stimola la malizia di donno Gianni (10). Ancora una volta la blasfema ridicolizzazione di liturgie sacre, piegate alla finalità dell’appagamento sessuale, connota l’azione dei religiosi e sottolinea la compromissione del clero con la lussuria. La regola vale per gli uomini come per le donne. Prova ne è la vicenda della badessa Usimbalda (2), che corre con le brache del suo amante in capo per riprendere una giovane monaca lasciva. La stessa trama, che in questa novella appare declinata al femminile, era già stata materia nella prima giornata dell’episodio ambientato in un monastero benedettino della Lunigiana, dove un monaco scampa a una punizione, accusando il proprio abate della medesima colpa carnale (4).