titolo Ludovico Ariosto

La La Gerusalemme liberata (gli ideali)

Non solo all’interno dell’allegoria, ma già ad un livello originario di inventio la scelta della prima Crociata rivestiva nel Tasso un profondo carattere ideologico: lo scontro tra Cristiani e Pagani si innestava e proseguiva nello scontro tra Cielo e Inferi, tra lo sguardo protettivo di Dio e le azioni perturbanti della parte diabolica. La sconfitta degli infedeli importava non solo la conquista della città santa, il recupero dei luoghi della passione di Cristo, ma anche il prevalere della fede nell’animo di ciascuno dei Crociati, un momento di salvifica purificazione e di superamento degli erronei legami terreni, fossero ingiusti vincoli amorosi o smodati desideri di gloria. La conquista di Gerusalemme coincideva ed insieme diventava solo possibile con la conquista della salvezza. Questa netta contrapposizione di due mondi, l’assegnazione conseguente allo schieramento pagano di tentazioni, insidie e fattori di pericolo (così nel primo “volto” di Armida) non comportava nella poesia tassiana alcuna chiusura manichea: determinata in modo limpido una divisione ideologica, Tasso inseriva nello schieramento pagano personaggi dalla nobile umanità, capaci di creare entro l’orizzonte del poema una mobilità e una ricchezza sentimentale pienamente autentica; così, al di là del battesimo di Clorinda, in nuce già pertinente al mondo cristiano, Erminia, innamorata di Tancredi, sperimentava le delizie di un modo al riparo dagli scontri della storia; così Solimano, dall’alto delle mura di Gerusalemme, guardando coraggiosamente la sconfitta e la strage, denunciava l’orrore della guerra, «l’aspra tragedia dello stato umano» (Liberata, XX 73).


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

Guercino, Erminia e Tancredi ferito, Roma, Galleria Doria Pamphili

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