titolo Ludovico Ariosto

Aristotele e Platone

Il Tasso si inserisce pienamente, in termini di propria formazione e nel concreto delle opere, nel complesso movimento di composizione e ibridazione tra pensiero platonico e pensiero aristotelico che caratterizza larga parte del Cinquecento. Alla sollecita lettura, già prima degli studi universitari, della Poetica e Retorica, punto di riferimento per i dibattiti sull’epica, aggiunse nel corso degli anni uno studio delle opere naturali di Aristotele, della Metafisica e dell’Organon ma soprattutto delle opere etiche, utilizzando tanto esegeti medievali quanto commentatori contemporanei e poi largamente riutilizzando queste letture nella compagine dei Dialoghi. In modo complementare il Tasso assunse come modello i dialoghi platonici, studiati nella traduzione ficiniana: ne riprese le cadenze della discussione (e il Forestiero Napolitano con cui Tasso si presenta nei dialoghi è chiara allusione al platonico Forestiero Ateniese), ma anche la sostanza concettuale, in particolare per testi chiave quali il Simposio, le Leggi, la Repubblica. In alcuni dialoghi, come il Malpiglio secondo o anche il Porzio, dedicato al tema della virtù, l’accostamento dei due patrimoni e il tentativo di una loro giunzione diventa molto evidente, senza che il Tasso riesca mai ad attingere risultati di originale elaborazione di pensiero, a superare cioè il livello di una elegante esposizione. Rimane, non trascurabile, il dato di una conoscenza accumulata programmaticamente, e portata anche sui testi meno vulgati, con l’intenzione di ritagliarsi addosso l’immagine di «poeta dotto» capace di spaziare dalle pagine di trattatistica letteraria ai dialoghi sulle virtù a pagine sui fenomeni naturali, sempre accostando le dottrine della filosofia classica (cui va aggiunta una profonda conoscenza del neoplatonismo antico) con la dottrina cristiana.


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

Raffaello Sanzio, La scuola di Atene, Palazzi Vaticani, Stanza della Segnatura (part.)

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