Scheda di dettaglio

Autore:
Theodoretus : Cyrensis <vescovo ; 393-ca. 465>
Titolo:
Parma, Biblioteca Palatina, Palatino, Ms. Pal. 16
Dati editoriali:
copia, Nikephoros <sacerdote ; fl. 1131>
Data di pubblicazione:
1131
Contributore:
Borbone, Carlo Ludovico <1799-1883> [possessore]
Buonvisi, Francesco <1627-1700> [possessore]
Nikephoros <sacerdote ; fl. 1131> [copista]
Tipo documento:
manoscritto
Livello bibliografico:
Monografia
Formato:
membranaceo ; decorato ; cc. I + 210 + I ; mm 243 x 182 (f. 20), mm 248 x 293 (f. 82)
Descrizione:
Manoscritto membranaceo ; Niceforo sacerdote (f. 202v) verga l'intero codice in una scrittura di tipo formale, con ductus piuttosto posato; l'esecuzione è lievemente trascurata; suoi sono anche i marginali e le aggiunte di interi versi ai ff. 4r, 10v, 11rv, 12r, 13rv, 14v, 18r, 21v, 23r, 25v, 26v, 28r, 29r, 30r, 42r, 64v, 65r, 67r, 68v, 73r, 81r, 98r, 110r, 111r, 114rv, 120r, 122r, 129r, 140r, 148r, 152r, 156r, 159r, 160r. Nel corpo del testo, un'altra mano sembra alternarsi a quella di Niceforo, per brevissimi tratti, ai ff. 12r, ll. 24-27; 24v, ll. 17-26; 26r, ll. 19-20; caratterizzata da ductus corsivo, tracciato trascurato, di ascendenza burocratica. Annotazioni di otto mani differenti nei marginali e alla fine del codice: 1) integrazioni di parti del testo divenute difficilmente leggibili ai ff. 2rv, 4v, 6rv, 8r, 9r, 44r, 116r (XIV secolo). Note di mani differenti ricorrono ai 2) ff. 3r, 136r (XIV secolo); 3) ff. 16r, 17v (XIV secolo); 4) ff. 18r, 49r, 64r, 85v, 91r, 97r, 111v, 126v, 133r, 141r, 176r (XIII-XIV secolo); 5) mano latina alle cc. 86r, 102r, 118v, 183r: scrittura gotica italiana del secolo XIII; 6) annotazioni greche più tarde ai ff. 116r, 156r; 7); f. 202v, ll. 14-17: corsiva informale di XIV secolo; 8) f. 202 v, ll. 18-29: altra corsiva informale di XIV secolo ; alla c. 202v (ultimo foglio del codice secondo l’esatta successione dei fogli) sottoscrizione in dodecasillabi in alexandrinische Auszeichnungsmajuskel (in grafia di medio livello) e in inchiostro rosso: ἀπολαβοῦσα τοῦ ξύσαι αὐτ’ ἡ βίβλος· | πόσο]υ τε καὶ ποίου δῆλον μηνὸς οὖσα | ἐτοῦντος ἀποκτήσεως κόσμου ἔτους· | [ἐν] τοῖς χιλίοις τοῖς ἑκατὸν ἐξάκεις | [τῆ] τρὶς δεκαδος ἇμα εννάτη ρίθμου· | καὶ τῆς ἰνδίκτου εννάτης ἱσταμένης· | [ἀ]πριλλίου φῶ τετράδι καὶ δεκάδι· | ὥρα δε πρώτη τῆς τρίτης μὲν ἡμέρας· | χειρὶ ξυσθεῖσα τοῦ ἐπταικότος πάνυ· | νικηφόρου τε καὶ τῆ τάξει ζακόρου (ζαχόρου in Eleuteri, 1993, 24)| αἰτὴν αἰτοῦντος τυχόντων ἐν ταύτη ὅσων· εὐχὴν δὲ δρὰν περ ευμενεῖσθαί τε τὸ θεῖον·| [ὅ]πως λύσιν λάβειεν τῶν πολλῶν εγκλημάτων. Opera del sacerdote Niceforo (ζάκορος accentuato anche ζακόρος- è il sacerdote subalterno), che termina la redazione di questo codice in data 14 aprile 1131 (ll. 3-7), questi dodecasillabi possono forse aiutare a localizzare il manufatto, in quanto recano specificità grafiche e linguistiche tipiche di aree geografiche provinciali, come la Grecia Continentale e l’Italia Meridionale: si veda ad esempio il verbo ξύω, adoperato in entrambe le aree. Poco al di sotto della nota di Niceforo si trovano altre due annotazioni di due mani differenti, attribuibili al XII secolo. La prima (ll. 14-17) scrive in inchiostro nero con un calamo dalla punta larga: μη]δεὶ[ς] ἀδελφοὶ τοὺς στίχους οὐχὶ στίχους | τούτους κρατειτω μὴ πεφυκότας (περυκότας in Eleuteri, 1993, 24) | στίχους | [τίς ὦ] βαρώδης καὶ σόλοικος τὴν φύσιν | [...] καὶ γὰρ μὴδὲν εἰδὼς τί γράφει:-. La seconda mano (ll. 18-fine) ricorre a una grafia più corsiva ed esperta rispetto alla precedente e trascrive un picccolo brano incentrato su un prodigio avvenuto a Gerusalemme (per ora inedito). A favore di un’origine italiana potrebbero essere le note di mano latina, vergate in gotica italiana, databile su base paleografica al secolo XIII. Pertanto, due sono le possibilità: 1) il codice ha viaggiato dall’Oriente greco all’Occidente fra il 1131 (anno di composizione) e il XIII secolo (mano latina), oppure 2) il codice è stato redatto in area greco-latina (Italia meridionale), ove poco dopo la stesura è stato annotato da una mano latina. Vi è anche una mano greca alla c. 102r, databile al XIV secolo, che commenta il versetto del Salmo 67 («Currus Dei decem milibus multiplex milia laetantium») scritto precedentemente dalla mano latina: ὁ δὲ Λατῖνος εὐθυμούντων ἒχει. ὅπερ οὐκ εὐπαράδεκτον (= <Il latino si tranquillizza di ciò di cui non si dovrebbe>).
il corretto ordine dei fogli è il seguente: 1, 3, 5, 4, 7, 6, 8, 2, 9, 34-40, 10-33, 41-199, 203-210, 200, 202. Iniziali semplici di colore rosso. In inchiostro marrone o rosso; iniziali con o senza ornamenti fitomorfi, a doppio tratto (inchiostro rosso e giallo molto chiaro, o rosso e bianco) riempite o a interno vuoto; ricorrenti solo per il primo versetto dei Salmi. In tutto il codice vi sono iniziali di paragrafo in inchiosto marrone riempite con inchiostro giallo, colore più tipico delle zone periferiche, quali la Cappadocia, l'Italia e Cipro. Pagine ornate a f. 1r: porta a motivi fitomorfi, vergata in inchiostro rosso, marrone e giallo, sovrastata al centro da una croce greca.
Lingua:
greco antico (fino al 1453)
antico
(fino
al
1453)
Keyword:
Letteratura ecclesiastica
Provenienza:
Biblioteca Palatina - Parma - IT-PR0072 ; Segnatura: MS.PAL.16
Identificativo:
CNMD0000240287
Collezione:
Manoscritti greci della Biblioteca Palatina di Parma
Agenzia:
Biblioteca Palatina - Parma
Accessibilità:
pubblico
Completezza della digitalizzazione:
completo
Teca digitale:
MagTeca - ICCU
Formato digitale:
tiff; jpeg
Progetto:
http://www.bibpal.unipr.it
https://tinyurl.com/28926fvo