 | I primi ricordi di Italo Calvino sono legati al parco della villa in cui abita, di fronte al mare, e alla proprietà della famiglia di San Giovanni, coltivata a terrazze, sulla collina dietro San Remo. Compie studi regolari, frequentando il liceo classico della cittadina. All’austerità degli anziani genitori, i quali considerano degni di essere intrapresi soltanto gli studi scientifici, il giovane Italo reagisce dirigendo i propri interessi culturali nella direzione opposta: già a partire dai dodici anni scopre il piacere della lettura, grazie al “Libro della Giungla” di Kipling; si converte in appassionato lettore di riviste umoristiche e si diletta nel disegnare vignette satiriche e surreali; quasi ogni sera, uscendo di nascosto da casa, si reca al cinema. Agli anni del liceo risale la composizione di varie poesie, scritti teatrali ed alcune novelle, che tuttavia rimarranno inedite. Nel 1940 alcune sue vignette saranno pubblicate nel “Bertoldo” di Milano; immediatamente dopo aver superato gli esami di maturità, scrive articoli di critica cinematografica per un giornale locale. Le sue vignette portano generalmente la firma “Jago”, mentre le recensioni vengono pubblicate senza firma o con le iniziali “i.c.”. Iscrittosi nel 1941 alla facoltà di Agraria, frequenta l’Università senza grande entusiasmo, a Torino e a Firenze. Nel frattempo, il 10 giugno del 1940, l’Italia entra in guerra.

Panorama di Sanremo tra le due guerre

Sanremo, la città vecchia. “I Liguri sono di due categorie: quelli attaccati ai propri luoghi come patelle allo scoglio che non riusciresti mai a spostarli; e quelli che per casa hanno il mondo e dovunque siano si trovano come a casa loro”.

Lo zio materno, Efiso Mameli, con la moglie Anna in laboratorio nel 1938. “Ho avuto due zii chimici sposati a due zie chimiche.... io sono la pecora nera, l’unico letterato della famiglia”.

La strada da Sanremo a San Giovanni

La madre di Calvino, prima donna in Italia a ricoprire una cattedra di botanica; sullo sfondo, Italo. “Il sapere dei miei genitori convergeva sul regno vegetale, le sue meraviglie e le sue virtù. Io attratto da un’altra vegetazione, quella delle frasi scritte, voltai le spalle a quanto essi m’avrebbero potuto insegnare”.(1980)

A San Giovanni con il fratello minore Floriano, nel giugno 1933

Calvino con due amici in gita sulle montagne liguri nel 1939. “Eravamo i ‘duri’ di provincia, cacciatori, giocatori di biliardo, gradassi, fieri della nostra rozzezza intellettuale, schernitori d’ogni retorica patriottica o militare, grevi nel parlare, frequentatori di bordelli, sprezzanti ogni sentimento amoroso e disperatamente senza donne”

Gruppo di famiglia nel giardino di Villa Meridiana nel 1938

Autoritratto a scuola, con dedica. Le prime prove creative di Calvino sono disegni, di tratto asciutto, inclini all’umorismo, alla caricatura.

Autoritratto (Meriggio)

Vignetta databile 1940

“Il Bertoldo” fu, nel periodo fascista, uno dei più diffusi giornali umoristici

Un fotogramma del film “L’ammutinamento del Bounty” (“Mutiny on the Bounty”, Usa 1935, Regia di Frank Lloyd, con Charles Laughton e Clark Gable). “Ci sono stati anni in cui andavo al cinema tutti i giorni e magari due volte al giorno... anni in cui il cinema è stato per me il mondo”.

Jean Harlow che Calvino ammirò nel film ”Lo schiaffo” (“Red Dust”, Usa 1932, regia di Victor Fleming, con Jean Harlow e Clark Gable)

“Da allora in poi ebbi qualcosa da cercare nei libri: vedere se si ripeteva quel piacere della lettura provato con Kipling”.
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