Arnolfo. Alle origini del Rinascimento fiorentino
A 700 anni dalla morte, Firenze celebra il genio di Arnolfo di Cambio con una mostra di scultura, unica quanto straordinaria, dedicata ad un artista tra i più importanti e innovatori, l’architetto-scultore cosmopolita che, con Cimabue in pittura, contribuì a gettare le basi del Rinascimento, creando il linguaggio artistico moderno diffuso di lì a non molto da Giotto in ambito europeo.
Arnolfo. Alle origini del Rinascimento fiorentino (Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, 21 dicembre 2005 – 21 aprile 2006) chiude il quadro delle celebrazioni espositive arnolfiane. Promossa e prodotta dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali), con il Comitato Nazionale per il VII centenario della morte di Arnolfo di Cambio e con l’Opera di Santa Maria del Fiore, il Comune e l’Università di Firenze, la mostra è ideata e curata da Enrica Neri Lusanna docente di Storia dell’arte medievale all’Ateneo fiorentino. L’allestimento è stato progettato dall’architetto Adolfo Natalini con Guicciardini & Magni Architetti. Il catalogo è edito da Polistampa.
Le opere sono circa 100: la gran parte della
produzione arnolfiana che si conserva a Firenze e di quella che
è possibile trasportare dall’Italia e
dall’estero. Mai si era assistito a una simile concentrazione
di capolavori del grande artista toscano: sculture in marmo e legno
( la Madonna di ambito di Nicola Pisano
prestata da Berlino, l’arnolfiana Annunciazione del
Victoria and Albert Museum di Londra, la statua di Carlo
d’Angiò dei Musei Capitolini, il fregio della
tomba Annibaldi, etc. ), elementi decorativi,
frammenti di mosaico. La mostra è arricchita da sculture,
pitture e oreficerie del tardo Duecento fiorentine, toscane e
francesi, destinate a fornire un’idea d’insieme del
quadro artistico complessivo della città negli anni di
Arnolfo.
Oltre alla possibilità di confrontare per la prima volta le
non molte opere arnolfiane giunte fino a noi, ma ormai disperse in
collezioni pubbliche e private ai quattro angoli del globo, la
mostra consente di tentare finalmente una ragionata ricomposizione
della perduta facciata della cattedrale di Santa Maria del
Fiore, il capolavoro incompiuto di Arnolfo, smembrato e
disperso alla fine del Cinquecento. Dal momento che il cardine
dell’evento è la ricostruzione delle lunette e dei
riquadri istoriati della basilica, sulla base di uno studio critico
della professoressa Neri Lusanna e della restituzione dimensionale
dell’architetto Silvia Moretti, la novità
assoluta è costituita dalla restituzione di
porzioni della facciata con gli elementi del suo arredo
decorativo di marmi e mosaici, riassemblato grazie
a frammenti ritrovati e contestualizzati.
Arnolfo di Cambio (Colle Val d’Elsa 1240/45,
Firenze 1302/10) fu attivo a Siena, Roma, Orvieto,
Perugia, Firenze e incarnò in pieno la figura
dell’artista internazionale, capace di fondere le molte e
complesse istanze della tradizione artistica italiana con le
novità gotiche francesi, e di rispondere con
l’invenzione di clamorose tipologie figurative alle richieste
di committenti potentissimi. Scolpì statue celebrative dei
sovrani angioini e dei pontefici. Nella Roma papale realizzò
gli arredi delle grandi basiliche (San Paolo,
Santa Cecilia, Santa Maria Maggiore, San Pietro, Ara Coeli).
A Firenze operò ai monumenti più importanti: la
chiesa francescana di Santa Croce, il palazzo del Comune
(l’attuale Palazzo Vecchio) e progettò soprattutto la
nuova Cattedrale, che iniziò dalla facciata strutturandola
avendo in mente le imponenti costruzioni gotiche di Francia: ricca
di statue legate in un grandioso progetto iconografico, rivestita
di marmi e mosaici, con effetti cromatici inusitati per
Firenze. Santa Maria del Fiore consacrò la fama di
Arnolfo al punto che il governo della città lo
esonerò dalle tasse, concedendogli così uno dei
massimi riconoscimenti.
La mostra consente tra l’altro di mettere in luce lo stretto rapporto tra Arnolfo e Giotto. Infatti, fu soprattutto la pittura a raccogliere l’immediata eredità dello scultore, prima che, oltre un secolo dopo, facessero tesoro delle sue idee anche Brunelleschi e Donatello.
Informazioni utili:
Sede della mostra
Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore
Piazza Duomo, 9 , ingresso davanti all'abside del Duomo di Firenze
– Firenze
Orario
tutti i giorni 9-19,30 (chiuso 25 dicembre 2005, 1 gennaio e 16
aprile 2006)
Informazioni e prenotazioni
Sigma C.S.C.
Tel. +39 055 2469600
fax +39 055 244145
cscsigma@tin.it
Biglietti
intero € 10,00
ridotto € 8,50
maggiori di 65 anni, insegnanti, sconto famiglia, gruppi
organizzati minimo 15 persone, categorie convenzionate, residenti a
Firenze
ridotto € 6,50
clienti Gruppo CR Firenze
ridotto € 5,00
scuole elementari, medie inferiori e superiori
gratuito bambini fino a 6 anni, accompagnatori disabili,
accompagnatore gruppi, insegnante con classe, giornalisti con
tessera professionale
Convenzioni
Soci ACI, Soci Coop, Soci Art’è, Soci Touring
Club, possessori dei biglietti e abbonamenti ATAF, dipendenti ATAF,
possessori Student Card Apt, possessori biglietto ingresso Museo di
Palazzo Vecchio, Cappella Brancacci, Museo di Santa Maria Novella e
mostre allestite a Palazzo Strozzi (Donna Donne e L’Uomo del
Rinascimento: Leon Battista Alberti a Firenze), possessori
biglietto parcheggi convenzionati (Parterre, piazza Beccaria,
Sant’Ambrogio, Calza), insegnanti con carta Edumusei
Sconto famiglia: due adulti con bambino possono usufruire del biglietto ridotto a € 8,50


