Scisma e Commenda all'abbazia di Montevergine

Il manifesto del Festival

La biblioteca di Montevergine ha partecipato alla VIII settimana della cultura con visite guidate al complesso monumentale e con l’allestimento della mostra dal titolo: ”Scisma e Commenda all’abbazia di Montevergine”. Sedici pannelli, pergamene, testi del 1500, manoscritti e un vasto repertorio fotografico illustrano la storia della congregazione verginiana dal 1380 al 1588.

Dopo il massimo splendore del periodo angioino, Montevergine vive due secoli di grande oscurità segnati dallo scisma della chiesa cattolica e dall’istituto della commenda. Il grande scisma d’occidente iniziato nel 1378 provoca anche in questa comunità grandi problemi, dal 1381 al 1390 i monaci si vedranno divisi tra due abati con una forte ripercussione non solo sull’andamento economico dell’ abbazia e delle case monastiche nel mezzogiorno ma ancor più nella vita  spirituale dei confratelli. Due abati, Bartolomeo e Pandullo, si contendono il comando dell’abbazia benedettina, si lottano come dei signori per l’accaparramento di feudi, trascurando e volutamente ignorando le conflittualità all’interno della congregazione e tra i vassalli di Montevergine.


Nel 1390 con la morte di Bartolomeo e la riconferma di Pandullo , si chiude lo scisma a Montevergine, ma dopo solo 40 anni nei quali la comunità cerca di recuperare il suo originario modus vivendi legato alla stretta osservanza della regola e all’obbedienza al suo abate dovrà fare i conti con il terribile e dannoso istituto della commenda. Infatti nel 1412, con  la nomina di Pandullo a vescovo di Brindisi,  viene eletto abate Palamide de Lando, che minato nello spirito e nel fisico dai soprusi ricevuti e subiti, desideroso di vivere una vita più serena e tranquilla procede al deplorevole baratto: cede la diocesi di Montevergine in cambio della prelatura di San Pietro ad Aram di Napoli, dando inizio alla Commenda. 

Montevergine si vedrà governata dal 1430 al 1515 da ben cinque abati commendatari, cardinali nominati dalla Santa Sede,  responsabili della gestione di questo patrimonio economico- religioso. Sono anni oscuri, di grande disorientamento e crollo finanziario per la comunità, regnanti e pontefici cercano con attestati ed elargizioni di venire incontro alle difficoltà quotidiane della congregazione ma non possono né arginare né bloccare il lento declino dell’aspetto religioso-mistico e finanziario.

Le casse della congregazione si affievoliscono svenate da questo continuo prelevare dei cardinali, gli stessi monaci si adeguano a questo stato di cose, e si allontanano dal voto di povertà, danno maggiore impulso alla produzione dello scrittorio verginiano la cui vendita sfuggiva al controllo. Ma giorni ancor più tristi si prospettano all’orizzonte: il passaggio alla Casa dell’Annunziata di Napoli.

Ludovico d’Aragona, ultimo abate commendatario, necessitando di 3000 ducati per la battuta di caccia del 1515, cede  la congregazione nelle mani dei laici dell’Annunziata di Napoli. Montevergine dal 1515 al 1588 si vedrà gestita da persone che non hanno cognizione di una vita dedita alla preghiera e al bene religioso e materiale del prossimo. In questi anni si affronteranno episodi incresciosi, disorientanti non solo per i monaci ma ancor più per i pellegrini e i devoti della maestà di Montevergine. Al governo del santuario si alterneranno sacristi e vicari, che non si curano delle problematiche del quotidiano dei monaci; l’ingerenza dei governatori laici nel religioso si fa preponderante, come pure usurpazioni, violazioni di luoghi sacri e molestie.

I pontefici di volta in volta cercano di salvaguardare da questa innaturale unione, Gregorio XIII  il 1 dicembre 1581 emana la magna concordia con cui dà una maggiore importanza al vicario generale della congregazione, concedendogli la facoltà di poter benedire qualunque veste necessaria al culto divino delle chiese senza tener conto di altre disposizioni della Santa Sede o dei concili provinciali e sinodali. Finalmente il pontefice Sisto V, eletto nel 1585, promulga il breve del 27 agosto 1588 Dudum felicis recordationis  e libera definitivamente Montevergine da un legame innaturale durato ben 155 anni.

La mostra, aperta al pubblico fino a dicembre  2006, è visitabile dal lunedì al sabato durante l’orario di apertura della biblioteca.

Per informazioni e prenotazioni

si può contattare la segreteria al n. 0825787191
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