"Leo Longanesi: la fabbrica del dissenso" in mostra

Un'immagine della Locandina della Mostra

Nell’ambito di una serie di manifestazioni organizzate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) in occasione del centenario della nascita del grande Leo Longanesi (Bagnocavallo, 30 agosto 1905), Internet Culturale propone in questi giorni la versione digitale della mostra itinerante “Leo Longanesi: la fabbrica del dissenso, svoltasi a partire da marzo 2006 nelle città di Roma, Milano, Bologna e Ravenna. L’esposizione virtuale è disponibile, oltre che nella versione italiana, anche in quella inglese e francese e, a breve, anche in spagnolo.

A partire dal 2005 il MiBAC ha dedicato a colui che si è configurato come uno dei protagonisti di maggiore spicco della cultura italiana, un ciclo di iniziative articolate tra Roma, Milano e la città Ravennate di Bagnocavallo: una Tavola Rotonda  sul tema “Longanesi giornalista: eredità e attualità” (Biblioteca Nazionale di Roma nell’ottobre 2005), un Convegno di Studi a Milano su “Longanesi editore” (Palazzo Marino nel febbraio 2006) e la Mostra itinerante “Longanesi e la fabbrica del dissenso” da marzo 2006 a Roma, Milano, Bologna e Ravenna.

La mostra qui presentata propone anche documenti originali e mai presentati prima, come fotografie, lettere, e straordinarie caricature tracciate dal talento di Longanesi, come quella di Charlie Chaplin.

Intellettuale polemico e perennemente all’opposizione, avrebbe dato il meglio di sé dietro le quinte, organizzatore di cultura («Fa fare agli altri quello che sai fare meglio di tutti») e maestro di giornalismo, ambito nel quale ha profuso doti illimitate di inventiva. Ciò che non basta, comunque, a garantirgli un posto del rilievo che invece merita. Nemico di ogni ideologia («Credi, ma disubbidisci») e dei «palombari del pensiero», il suo impegno è  rivolto in primo luogo ad aggiornare le forme di comunicazione. Inventore di rubriche fortunate, sostenitore della commistione di parola e immagine, nel 1937 ha coniato da noi il rotocalco («Omnibus») secondo una formula poi più volte imitata, da «Oggi» all’ «Espresso», da «Tempo» a «Epoca». Attraverso l’eredità di Longanesi, nella Tavola Rotonda si affronteranno i problemi attuali della comunicazione giornalistica.

Strenuo difensore della piccola borghesia che incarna l’identità italiana del primo dopoguerra, Longanesi ne assume sin da giovanissimo il ruolo di coscienza critica nella vena polemica e satirica che gli è congeniale e che gli consentirà di esprimere al meglio le sue attitudini grafiche oltre che letterarie. Ciò che gli preme è il processo di modernizzazione dell’Italia che si avvia a divenire una potenza industriale, bisognosa di svecchiare le consuetudini legate al retaggio rurale. Il nuovo protagonismo della massa urbana lo vede infatti attivissimo nell’elaborazione di forme comunicative al passo con i tempi. Dai giornali ai periodici, dai lunari ai sussidiari, dai volantini ai calendarietti dei barbieri, dalla cartolina illustrata ai messaggi pubblicitari, tutto ciò che concerne il «quarto potere» entra pertanto nel suo raggio d’azione, divenendo Longanesi un inesauribile ideatore di quelli che si sarebbero definiti mass-media. Non per nulla è suo il conio del rotocalco in cui parola e immagine sono indissolubilmente congiunte.

Decima tappa del ciclo espositivo Da libro a libro: le Biblioteche degli scrittori, inauguratosi nel 1993 con D’Annunzio, e proseguito con mostre dedicate a Pascoli (1995), Pirandello (1996), Ungaretti (1997), Verga (1998), Manzoni (2000), Svevo (2002), Bassani (2004), Brancati (2005), l’esposizione “Leo Longanesi e la fabbrica del dissenso” è stata promossa dalla Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali al fine di conoscere e valorizzare le biblioteche delle più importanti personalità della nostra letteratura.