A seguito della “prima scoperta del lancinante mondo umano” compiuta durante la Resistenza, e delle letture condotte in solitudine durante le pause di forzata inattività, Calvino emerge con una nuova consapevolezza della propria vocazione. Nell’autunno del 1945 si iscrive alla facoltà di Lettere di Torino, laureandosi con una tesi sullo scrittore anglo-polacco Joseph Conrad. A Torino, si avvicina all’ambiente della casa editrice Einaudi, che gli offre la possibilità di mantenere intensi scambi intellettuali, non solo con scrittori già noti come Pavese e Vittorini, ma anche con storici e filosofi. Nel 1951 ottiene una posizione stabile come redattore presso l’ Einaudi, diventandone direttore nel 1955 (incarico che ricoprirà fino al 1961; a partire dal 1961 fino al 1983, lavorerà per la casa editrice torinese in qualità di consulente). Al lavoro editoriale si affianca, fino al 1956, un’intensa militanza culturale: pubblica sul quotidiano l’Unita’ e su altri giornali di sinistra, oltre a testi narrativi, pezzi di critica letteraria, cronaca e articoli di varia natura. Nel 1951 compie un viaggio in Unione Sovietica, durante il quale raccoglie impressioni ambivalenti: nel clima di guerra fredda di quegli anni, molte delle deviazioni del regime comunista sembrano trovare una giustificazione nella necessità di difendersi da attacchi esterni. Nel 1947 da’ alle stampe il suo primo romanzo (“Il sentiero dei nidi di ragno”), mentre nel 1949 viene pubblicata la sua prima collezione di racconti (“Ultimo viene il corvo”). Ambedue i volumi sono ispirati alla sua esperienza di partigiano; lo stile e’ già’ quello di uno “scoiattolo della penna” (come lo definisce Pavese). Risalgono ai primi anni Cinquanta due opere particolarmente diverse: “L’entrata in guerra” riunisce tre scritti autobiografici; “Il visconte dimezzato” proietta in un ambiente fantastico la condizione di un uomo diviso in due meta’ contrapposte. Nel 1954 inizia a trascrivere, da vari dialetti, le Fiabe Italiane. 
Torino nell’immediato dopoguerra. “Torino è una città che invita al rigore, alla linearità. Allo stile. Invita alla logica, e attraverso la logica apre la via alla follia”.

Interno di una fabbrica Fiat a Torino

Il palazzo di Corso Re Umberto, con entrata da via Biancamano, sede della casa editrice Einaudi. “Intorno all’Einaudi gravitavano persone di tendenze ideologiche e temperamento diversissimi ma sempre impegnate in una problematica storica... si tenevano gli occhi aperti su tutto quel che si pensava e si scriveva nel mondo”

Un libro sui campi di sterminio: recensione di Calvino a “Se questo è un uomo” di Primo Levi, pubblicata sul quotidiano del Partito Comunista Italiano “L’Unità” il 6 maggio 1948.

Calvino davanti alla sede dell'Einaudi

Cesare Pavese. “Credo che Pavese sia il più importante, complesso, denso scrittore italiano del nostro tempo. Qualsiasi problema ci si ponga, non si può non rifarsi a lui”.

Elio Vittorini. “Siamo certamente in molti, nella mia generazione, a poter dire che la prima lettura di “Conversazione in Sicilia ”fu la voce che ci chiamò alla vita, cioè insieme all’espressione e alla responsabilità morale. Vittorini scriveva e lavorava per moltiplicare le possibilità di scrivere (e di vivere) negli altri”.

Primo piano di Calvino alla fine degli anni '40

I partigiani che ispirarono Calvino per i tre personaggi de "Il sentiero dei nidi di ragno" del 1947: Kim, Ferriera e Lupo Rosso. 
Il particolare del "Giardino delle delizie" di Jeronimus Bosch scelto per la copertina di “Ultimo viene il corvo” (1949) 
Calvino incontra Ernest Hemingway sul Lago Maggiore nel 1948. “Per Hemingway ciò che conta è il confronto con la natura, il coraggio, il saper essere all’altezza della situazione, come per Conrad, ma sotto tutto questo c’è il vuoto”.

Calvino con Silvana Mangano sul set di “Riso amaro” (Italia 1949, regia di Giuseppe De Santis, con la Mangano, Vittorio Gassman e Raf Vallone)

Calvino seduto su una gradinata

Nell’ottobre e novembre 1951 Calvino è in URSS. Pubblica un taccuino del viaggio sulle pagine dell’ ”Unità” . Della società sovietica traccia un ritratto positivo ma senza trionfalismi, soffermandosi innanzitutto su luoghi e aspetti della vita quotidiana. 
Calvino visita una fabbrica di dolciumi in URSS 
Torino, 1951. Calvino con Pablo Neruda.

“Il visconte dimezzato”, appare per la prima volta nel 1952 e verrà ristampato nella collana “I gettoni” diretta da Elio Vittorini, con un’opera di Pablo Picasso in copertina. "Avevo fatto dei tentativi per scrivere il vero romanzo realistico rispecchiante i problemi della società italiana (io ero allora quello che si diceva ‘uno scrittore politicamente impegnato’) ma non c’ero riuscito. E allora (...) mi sono messo a scrivere come mi veniva più naturale, cioè inseguendo i ricordi delle letture che mi avevano più affascinato da ragazzo".

Incipit autografato de ”L’entrata in guerra” (1954)

Miniatura da un codice del XII secolo riprodotta nella prima edizione delle “Fiabe Italiane” (1956) 
Calvino alla casa Editrice Einaudi. “Il massimo tempo della mia vita l'ho dedicato ai libri degli altri, non ai miei”. |