ITALIANI A TAVOLA |
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Negli anni tragici della Seconda guerra mondiale, le restrizioni alimentari obbligano gli italiani ad economizzare su tutto. I prodotti alimentari scarseggiano e il governo istituisce il razionamento e le carte annonarie. Lunghe file davanti ai negozi sono necessarie per procurarsi il cibo. | |
| A 204 Venditore ambulante di fichi d’India lungo una via di Palermo. Ecco un altro modo antico degli italiani di una volta di nutrirsi anche per strada. |
| A 213 Sulla parete di fondo di una sala sono appese bandiere tricolori e del Sol Levante oltre ai ritratti di S.M. Vittorio Emanuele III re d’Italia e d’Albania e imperatore d’Etiopia e del duce Benito Mussolini, Presidente del Consiglio. Tra i ritratti è incorniciato un telegramma con firma autografa dello stesso Mussolini. Si sta concludendo un pranzo offerto da autorità del regime a rappresentanti del governo nipponico. Infatti, alle spalle dei commensali principali in divisa fascista, sta in piedi l’interprete giapponese. |
| A 215 All’angolo di una bottega veneziana, provenienti dalla vicina trattoria “Carbonera”, come indicato dal cartello in alto sulla destra, un gruppo di amici si accommiata dopo aver bene pranzato. |
| A 226 Cena al Lido di Venezia durante il Festival del Cinema del 1942. Il fotografo è stato autorizzato a riprendere il Ministro della Propaganda del Terzo Reich, Joseph Goebbels, ospite al tavolo del Prefetto del Regno, Marcello Vaccai. L’atmosfera di sogno e illusoria del cinema segna i comportamenti dei commensali che sorridono come protagonisti della episodio di un canovaccio cinematografico. Ma il 1942 è l’ultimo anno delle vittorie militari dell’Asse, si avvicinano le prime tragiche sconfitte, che porteranno l’Italia e la Germania alla catastrofe. Nessuno intanto pensa a ciò che Goebbels sa: quanto sta avvenendo negli orridi campi di concentramento! Di nuovo il nostro sapere e la storia ci aiutano a leggere ben oltre l’apparenza delle forme fotografiche, attribuendo così alla fotografia un valore culturale di grande coinvolgimento personale e collettivo. |
| A 227 Ai tavoli del salone da ballo di un grande albergo o di un ritrovo notturno si beve champagne e si conversa amabilmente, toilettes eleganti e ardite, smoking neri e bianchi. Si balla un blues o un fox o un più classico valzer lento, mentre si intrecciano sentimenti o avventure galanti. È un cliché cinematografico, il bel mondo imita Hollywood e il film dei telefoni bianchi. Sul soffitto un cielo di garofani. Sul retro a matita: Cortina d’Ampezzo, serata mondana. Timbro: Fot. A. Cardini - Cortina. Sindacato fascista Alberghi e Turismo del Comune di Cortina d’Ampezzo. |
| A 228 Un gruppo di simpatiche signore circonda la più anziana, in veste da cuoca, che mima il gesto di distribuire, da un paiolo vuoto, la minestra nei piatti che le altre le porgono. Una curiosità sta nel fatto che la scenetta è recitata per strada. |
| A 242 In una fotografia di propaganda dell’Opera Balilla vediamo una tavola con bambine, assistite dalla stessa Opera, intente al pranzo. |
| A 245 Un gruppo di soldati impegnati in esercitazioni militari posa per una spiritosa foto-ricordo. Uno, seduto a terra, punta il fucile al fotografo, un altro ha nella destra la pistola e con la sinistra indirizza in una gavetta il getto del vino proveniente da un tubo che fuoriesce da una damigiana tenuta a spalla da commilitoni. Un altro soldato, indossando un mantello e un cappello da bersagliere privato delle piume, giunge le mani in atto di preghiera e imita così il gesto del cappellano militare. Vino e armi vengono presentati come il segno dello spirito militare e il finto prete mima la pazienza di chi vorrebbe combattere contro questi atteggiamenti fin troppo virili. |
| A 249 Sul fronte francese un raggruppamento di autieri posa mostrando le gavette al suo ufficiale, il conte Marco Gerardo Manodori. |
A 253 Gruppo di soldati consuma il rancio in una sorta di colazione al sacco in montagna. L’occasione fa vivere ai militari un momento di distrazione. | |
| A 259 Soldati (probabilmente dei G.U.F.) escono dalla sede dei Fasci Femminili dell’Urbe dopo aver ritirato il cestino dei generi di conforto. |
| A 261 Roma, i giorni dei bombardamenti alleati sul quartiere di San Lorenzo. L’Italia più tragica dolorosamente ferita, vivrà tutte le difficoltà del procurarsi del cibo. Comparirà il fenomeno della cosiddetta “borsa nera” e si vivrà con i razionamenti e le tessere. Nell’immagine un gruppo di uomini mangia in una pausa del lavoro di rimozione delle macerie. |
| A 262 Un gruppo di ausiliarie degli eserciti alleati fa colazione in una trattoria durante la campagna d’Italia. È il momento della fine del regime fascista, della Resistenza, della Liberazione. |
| A 265 Distribuzione del pacco dono natalizio ai propri dipendenti da parte dell’Istituto Grafico Italiano in collaborazione con i giornali: “Il Popolo, il Globo, L’Ora della Nazione e...”. Insieme al pacco veniva donato un fiasco di vino Chianti Ruffino e un libro illustrato per bambini dal titolo Sei personaggi e Wipsi. La consuetudine del pacco dono introdotta nell’ambito dei dopolavoro e delle Associazioni fasciste non venne meno nell’Italia repubblicana almeno fino agli anni ’60. La tavola degli operai e dei piccoli impiegati italiani vedeva così arrivare un po’ di abbondanza in occasione delle festività. |