
Castello del Valentino. Copertina del Giornale le dell’Esposizione del 1911.

Esposizione del 1911. “La Cantata della Patria”, Copertina.

Giardini reali con Mole. Copertina del Giornale ufficiale dell’Esposizione del 1911. | | Con l’Esposizione internazionale del 1911, organizzata insieme a quelle di Roma e di Firenze per celebrare il cinquantenario dell'Unità d'Italia e il cammino compiuto dal giovane Stato italiano dal punto di vista economico, sociale, culturale, Torino punta sul futuro, secondo una visione progressista e scientista che esalta la cosiddetta "democrazia industriale". Nell’occasione si aggiungono nuovi spazi espositivi lungo la fascia fluviale destra del Po, creando un doppio prospetto scenografico. “Una città, durante l’Esposizione mi fa pensare ad una bella signora in tutto lo sfoggio delle sue eleganze” scrive Gozzano in un articolo, pubblicato nel 1911 sul periodico “L’Esposizione di Torino”, per esaltare le grazie della Torino più riposta “dei sobborghi, vecchiotta, intima, casalinga, veramente piemontese” che “conserva tutta la sua grazia anche a colloquio con la cameriera e con la cuoca (...) Parlavo di signore a colloquio con la cuoca: parlerò della Gran Cuoca di Torino: Porta Palazzo” [da Torino suburbana (La gran cuoca), 1911] Sulla rivista “La lettura”, Gozzano commenta le immagini di Torino innevata e delle straordinarie installazioni dell’Esposizione del 1911, una sorta di città nella città: “Eccoci ancora una volta all’aperto, con dinanzi la Mole del Castello del Valentino (...) I tetti aguzzi, i terrazzi, le scalee, le nicchie corrose dal tempo, tutto è coperto dalla neve e deformato da un’altra fantastica architettura. (...) Ecco la scala d’accesso al ponte monumentale. (...) A mezzo del ponte si sosta dominando gran parte dell’Esposizione. Sulle due rive si allineano gli edifici riflessi nel fiume, come una fantastica città orientale specchiata da un bosforo: (...) Ed è strano, indefinibile il senso che incute questa città vastissima, dall’architettura grandiosa, a cupole, a colonne, questa città eretta per adunare quanto c’è di più veemente, di operoso, di febbrile nel mondo” (da Vergiliato sotto la neve, 1911) 
Piazza Emanuele Filiberto (detta poi Porta Palazzo), il mercato, Cartolina 1913. |