| Intanto, dal 1816 al 1818, ferve la polemica tra Classicisti e Romantici: non semplice opposizione di due diverse scuole letterarie, ma scontro di due modi di intendere la funzione delle lettere. Mentre i Classicisti, infatti, intrattengono con la società un rapporto estremamente indiretto, sempre mediato dalla tradizione formale di cui si sentono gli orgogliosi depositari, i Romantici non esitano a dichiarare l’inferiorità della cultura italiana rispetto alla cultura d’oltralpe, presa a modello di un’idea di letteratura tutta rivolta al presente. L’impegno sociale e il proposito democratico della nuova cultura ha ovviamente implicazioni politiche avvertite e avversate dalle autorità austriache che per mezzo dei loro uomini di penna sostengono un’accanita battaglia contro di esse ed esercitano una severa censura nei riguardi di tutte le iniziative romantiche. Lo strumento più efficace di divulgazione delle idee romantiche è costituito dal foglio azzurro del “Conciliatore” che ha vita solo per un anno (1818-1819) e che alla fine deve cessare le sue pubblicazioni per l’ostruzionismo sempre più minaccioso della censura. Il Manzoni non collabora al Conciliatore, ma gli uomini che lo scrivono sono tutti suoi amici, in particolare Ermes Visconti (ma anche il Berchet, il Di Bruno, il Gonfalonieri). Nel 1817 si vede negato dalla polizia il passaporto necessario per poter andare a Parigi dal Fauriel.. È l’anno più difficile dopo quelli tormentosi della conversione religiosa. Anche la sua fede, tutt’altro che conquistata una volta per sempre, pare risentirne. La nevrosi che si era manifestata a Parigi nel 1810 l’ha ripreso per non abbandonarlo mai più. Unico conforto le nuove relazioni che si sono stabilite: non soltanto con il Visconti, antico compagno di studi, con Gaetano Cattaneo e col Torti, ma anche con Porta, Rossari, Grossi. Intanto, se la tragedia del Carmagnola sembra accantonata, le Osservazioni sulla morale cattolica occupano interamente il Manzoni. È la sua prima opera in prosa, la prima occasione di sperimentare l’uso di una lingua, sia pure dottrinaria e non ancora narrativa, colla quale ha fin qui avuto una familiarità assai minore che con la lingua francese. Ma la Morale cattolica, importantissima quale prova del prosatore Manzoni, non è meno importante sul piano dell’impegno ideologico: necessario esame della possibilità o dell’impossibilità di fare coincidere le proprie posizioni religiose con i programmi concepiti sul piano politico-letterario, bisogno di saggiare il valore progressista del proprio cristianesimo, di viverlo non in senso contrario allo sviluppo sociale, come lo intendono gli avversari della Chiesa, ma come spinta rinnovatrice ricondotta al valore rivoluzionario del messaggio evangelico. 
Giovanni Servi, Le Stresiane,1852 circa, disegno a matita. Milano, Pio istituto pei Figli Della Provvidenza. | | 



| Alessandro Puntinati, ritratto di Tommaso Grossi, 1833, marmo. Brusuglio, collezione privata.
Roberto Focosi, Lucia presentata alla signora di Monza, (1828), litografia. Milano, Biblioteca Nazionale Braidense.
Gallo Gallina, incontro tra Don Abbondio e i bravi, (1828), litografia. Milano, Biblioteca Nazionale Braidense.
Gallo Gallina, L’addio di Renzo e Lucia a Fra Cristoforo, (1829), litografia. Milano, Biblioteca Nazionale Braidense.
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