UMBERTO SABA. LA POESIA DI UNA VITA |
Mi piacerebbe, adesso che sono vecchio, dipingere con tranquilla innocenza il mondo meraviglioso. E, fra le altre cose, la mia oscura bottega di Via San Nicolò 30 a Trieste; quella che, quando l’amava e passava volentieri fra le sue pareti le sue ore d’ozio, il mio amico Nello Stock chiamava, non senza qualche buona ragione,«la bottega dei miracoli».
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E’ stato così che ho passato in quell’antro oscuro la metà circa della mia vita. La passai in parte male e in parte bene, come l’avrei – è probabile – passata in qualunque altro ambiente. Ma la bottega di Via San Nicolò ebbe un grande merito, rappresentò per me, per tutti gli anni che durò il fascismo, un rifugio abbastanza al riparo dagli altoparlanti. Vivere della letteratura è, per un poeta, impresa quasi disperata; più disperata che mai essa mi appariva in quegli anni. Inoltre i libri antichi – dei quali apprendevo per la prima volta l’esistenza – non mi offendevano come i moderni, che tutti o quasi, avevano per me il volto odioso del tempo presente. Mi sembra – Iddio e il buon Carletto mi | |