I libri in maschera. Luigi Pirandello e le biblioteche |
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| Lettera di Pirandello a d’Annunzio (Roma,18 settembre 1934). Pirandello metterà in scena La Figlia
Testimonianza inedita di d’Annunzio sulla regia di Pirandello. Il telegramma
Marta Abba
Guido Salvini, Bozzetto scenico per Diana e la Tuda di Luigi Pirandello (1927). Genova, Museo Biblioteca dell’Attore |
| E d'Annunzio? Resta impassibile dinanzi alle accuse? Non risulta neppure che i due si siano conosciuti o che abbiano direttamente comunicato prima del 1926: una lettera del Capo-comico giunge allora al Vittoriale, con la richiesta di «rinnovare in Roma i fasti» della Nave o della Figlia di Iorio. Ma prima di giungere alla concordia discors imposta ai due dal regime in un'occasione di parata qual é il Convegno Volta del 1934, molt'acqua é scorsa sotto i ponti di una rivalità che conta al proprio attivo non poche stoccate. Due lustri dopo, la Figlia di Iorio sederà gli animi, benché Pirandello non abbia desistito dalle censure commemorando Verga all'Accademia d'Italia nel 19l4. Non ignora i favori che Mussolini concede a d'Annunzio; ma mentre prima erano le frustrazioni a secernere il veleno, ora é il successo a incattivirlo: a fama e riconoscimenti del resto la patria non corrisponde com'é nelle attese di una lunga e sofferta emarginazione. Il regime colma di lusinghe la cattività del Vate, rilutta invece a consegnare nelle mani di chi saprebbe risollevarle le sorti del Teatro italiano. Nel carteggio con Marta Abba, soprattutto durante la trasferta berlinese patita come un esilio, Pirandello dà sfogo allo sconforto. Ha sacrificato la sua nuova ricchezza all'impresa del «Teatro d'Arte», naufragata perché gli é venuto meno il sostegno decisivo del regime; tanto vale, ancora una volta, vivere un'altra vita: quella che si scrive, quella dei Personaggi assillanti e riottosi, che torturano il torturatore. Il tempo che passa, insomma, smussa le punte di entrambi e i riguardi scambievoli del 1934 non sembrano esclusivamente di maniera. Rivolto ad Antonio Bruers, vice-cancelliere dell'Accademia d'Italia, di stanza spesso al Vittoriale per la sistemazione di Archivio e Biblioteca, l'apprezzamento nei confronti di Pirandello viene formulato perché giunga al regista-interprete: Giorgio De Chirico, Bozzetti realizzati per la rappresentazione della Figlia di Iorio nel 1934 (regia di Luigi Pirandello). Matita e acquerello, Fondazione Il Vittoriale degli Italiani. |