Balletti di corte sabaudi
La Biblioteca può vantare la presenza di 10 codici che riportano, oltre al testo, le scene e i costumi realizzati per le feste di corte di casa Savoia nel XVII secolo. Si trattava di spettacoli aristocratici, attraverso i quali il sovrano manifestava il proprio potere. Destinati esclusivamente ai membri della nobiltà, prevedevano la partecipazione in scena del duca, dei principi e delle principesse, dei nobili e degli alti dignitari di corte, abbigliati con costumi sfarzosi e fantasiosi, molto differenti dai tornei e dai caroselli, che si svolgevano all'aperto e coinvolgevano tutto il popolo. In tali spettacoli la danza e la poesia erano intimamente coniugate alla politica ducale. Le allegorie presenti in tali testi, infatti, diventano allusioni dinastiche e politiche, testimonianze di costume oppure panegirico del duca ed esaltazione della duchessa.
Gli spettacoli erano organizzati in occasione delle festività stabilite dal calendario ecclesiastico ma anche della celebrazione di momenti particolari della vita della casa regnante, quali matrimoni, funerali, nascite, successi militari e politici, visite di sovrani o di ambasciatori stranieri. Poiché in essi si rappresentava e si affermava il potere della dinastia, i balletti erano soggetti a una rigida etichetta di corte e lo stesso maestro delle cerimonie aveva l'incarico di sorvegliare la preparazione e l'organizzazione della giornata oltreché di predisporre, sulla base dello svolgimento del cerimoniale, le decorazioni e gli abbellimenti dei luoghi della città interessati all'evento.
Fra gli ideatori di questi spettacoli spicca la figura del cortigiano, letterato, musicista e coreografo conte Filippo San Martino d’Agliè (Torino 1604-1667), rappresentante di una della più antiche famiglie nobili piemontesi