Ma siamo nel ‘36, e nel ‘36 Ungaretti parte per il Brasile con la famiglia, va ad insegnare letteratura italiana all’Università di San Paolo. In Brasile non riuscirà ad andare al di là di pochi versi (quasi tutti i versi ungarettiani sono scritti in territorio italiano). Si dedicherà molto a traduzioni ed a letture; affronta in modo diretto, ad esempio, Shakespeare, Racine e Blake: certi segni si avranno subito dopo il suo ritorno in Italia nel '42: per esempio la traduzione dei "40 sonetti di Shakespeare" ('44); molto si dedicherà all’insegnamento tracciando all'Università un profilo della letteratura italiana dalle origini a Leopardi, le cui lezioni danno la misura della sua grande capacità di lettura e l'arco vasto delle sue approfondite conoscenze. Due sono le esperienze della vita in Brasile: una felice, l'altra terribile. Sul versante felice, c'è da considerare la presa di conoscenza con il paesaggio tropicale brasiliano, con l'arte di un barocco ritardato e straripante di fantasia. Ma sull'altro piatto della bilancia c'é la morte del bambino Antonietto, avvenuta nel '39 in una clinica di San Paolo, per un grossolano errore dei medici, che non si accorgono di un appendicite del bambino e la lasciano degenerare in peritonite, fino alla morte. Cade ogni progetto di poesia. La mente del babbo é tutta rivolta alla memoria del figlio, alla esperienza del dolore che affronta insieme alla fedele moglie Jeanne. Ma c'é di più: scoppia la guerra, l'Italia di Mussolini si schiera con Hitler; nel '42 anche il Brasile entra in guerra contro di noi. E si pone per gli italiani residenti in Brasile un'alternativa: o far ritorno in patria, o andare in campo di concentramento. Quasi tutti i colleghi ed amici italiani di Ungaretti restano in Brasile, lui rientra in Italia, con la moglie, con la figlia Ninon, decide, mentre la piega presa dalla guerra non lascia ormai dubbi, di condividere con la gente della sua terra quelli che saranno gli strazi prima dei bombardamenti, poi dell'occupazione nazista, della sconfitta, le difficoltà dell'immediato dopoguerra. Il Governo italiano lo nomina professore di letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Roma; contemporaneamente lo chiama a far parte dell'Accademia d'Italia. (Riconoscimenti più che dovuti ma che determineranno per Ungaretti, nel dopoguerra, nel clima delle "epurazioni", interminabili procedure di imputazioni. Da ogni procedimento riuscirà pienamente assolto, e potrà restare all'insegnamento universitario, grazie all'opera dell'allora Ministro dell'Istruzione Gonella, ed al voto a lui favorevole dei colleghi della facoltà di lettere dell'Università di Roma ma dovrà aspettare fino al '48). | |

Ungaretti nella foresta brasiliana.
 Ungaretti lettore di Petrarca
 Lezione sui Promessi Sposi |