In Brasile, a caldo, aveva scritto una poesia sulla morte del bambino: la terrà nel cassetto per anni e anni, pubblicandola soltanto nella raccolta Un grido e paesaggi (quel «grido», appunto) nel 1952, dopo tredici anni. Esce nel 1947 la raccolta intitolata II dolore che comprende líriche composte tra il 1937 e il 1946; la meditazione sulla morte del figlio nei 17 frammenti di "Giorno per giorno" che vanno dal 1940 al 1946 e che, accanto a punti inarrivabili di poesia raggiunta, danno come il percorso del dolore, dello strazio di un credente colpito dal dolore, ma non rassegnato, che via via, s'addolcisce, capisce, ed arriva alla più illuminata delle accettazioni del dolore anche in nome della Fede. II tema del bambino Antonietto si prolunga nella serie "II tempo é muto" ('40-45) dove Ungaretti tenta in composizioni come "Amaro accordo" e "Tu ti spezzasti" una delle sue più ardite operazioni poetiche coinvolgere in un unico sentire il paesaggio italiano e quello brasiliano in una sorta di drammatico scompenso, e di ardimentoso compimento del profondo sentimento poetico. Quel bambino - il poeta ci dice - sarebbe forse stato difeso dall'armonico paesaggio italiano: é andato alla morte sotto «l'empio-selvoso, accanito, ronzante-ruggito d'un sole ignudo». L'altro momento é dato da "Roma occupata", uscita autonomamente, come poemetto a sé, illustrato da Tamburi, fín dal '44 per l'editore Urbinati, in una tanto piccola quanto preziosa edizione. É la Roma della guerra, dei bombardamenti, della occupazione nazista, delle deportazioni, delle crudeltà nelle "fosse" e nei campi di concentramento, la Roma della fame e della sconfitta, che viene cantata come in un Salmo che erompe, alla fine, con la più distesa e commossa delle professioni di Fede. La raccolta si chiude con altre composizioni, tra le quali fanno spicco i brevi otto versi di "Non gridate più", ricavati da una più lunga poesia rimasta esclusa dalle poesie accettate («Poeti d'oltreoceano vi dico...») che fu scritta dopo il bombardamento di Roma, per invocare la cessazione dei bombardamenti dell'Italia che, insieme a falciare tanta gente innocente, portavano affronti irreparabili alle opere d'arte splendide della nostra terra, patrimonio del mondo intero (era stata distrutta da un bombardamento la Basilica di San Lorenzo; era stato colpito anche il Cimitero del Verano), e la poesia "Terra", una sorta di appassionato richiamo d'amore all'Italia, al suo mare, ai suoi monti, alla sua gente, alle sue tradizioni che non si potranno mai cancellare | |  Ungaretti con la figlia Annamaria.
 P. Fazzini, Busto di Ungaretti, s.d. scultura in legno (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna).
 Ungaretti con Attilio Bertolucci, Aldo Palazzeschi, Eugenio Montale.
 A. Savinio, La caduta degli Angeli, 1929, olio su tela, cm 114x88.
 G. Morandi, Natura morta (1949), olio su tela, cm 36x30.
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