Tardiva ma sicura, la fama di Svevo dilaga in Europa e Oltreoceano. A cominciare dagli anni Trenta i suoi romanzi vengono infatti tradotti raggiungendo ovunque alte tirature mentre una folta saggistica fa giustizia del lungo silenzio. Si riconosce così che l'interprete dei disagi del mondo contemporaneo ha saputo ritrarli in modo che ciascuno di noi si rispecchia nelle sue pagine. 
Italo Svevo con i parenti (ca. 1913) "Dopo la pubblicazione della Coscienza passai due brutti anni finchè non ebbi la fortuna di trovare quei generosi Francesi che veramente mi stupirono con la decisione del loro giudizio"(a Giuseppe Prezzolini, 21 novembre 1925) "Sarebbe un errore credere che Svevo guadagni qualcosa letto nelle traduzioni. In queste va perduta quella che direi la sclerosi dei suoi personaggi. Svevo vi appare elegante, mentre era faticoso e profondo, invischiato e liberissimo, scrittore di tutti i tempi ma triestino dei suoi difficili anni. Meglio dunque aggiungere qualche virgola, alleggerire qualche anacoluto ma lasciare a Svevo la musica che fu sua" (Eugenio Montale) 
Umberto Veruda, Sii onesta, 1890, Olio su tela. Roma , Galleria Nazionale d’Arte Moderna. 
Umberto Veruda, Ritratto di ragazza, olio su tela. Trieste, Collezione Privata. 
La coscienza di Zeno con dedica dell’autore a Luigi Pirandello. Roma, Istituto di Studi Pirandelliani. |