Marinetti e il Futurismo - Marinetti e il fascismo

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Marinetti e il Futurismo

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Arte fascista. Elementi per la battaglia artistica. Torino, Edizioni Sindacati Artistici, s.d. (1927)

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Ferruccio Vecchi, Arditismo civile. Milano, «L’Ardito», 1920

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Marinetti nel 1827

          

Terminato il conflitto mondiale, Marinetti fonda i Fasci Futuristi per opporsi ai politici che avrebbero voluto "mutilare", come si diceva, "la vittoria italiana". Nel 1919, il 23 marzo, con altri futuristi, partecipa a Milano alla riunione di piazza San Sepolcro, in cui sono fondati i Fasci di Combattimento, capeggiati da Mussolini. Quell'anno s'innamora d'una ragazza più giovane di lui di ventuno anni, che ha conosciuto nell'atelier del pittore Balla: è la pittrice e scrittrice Benedetta Cappa, che sposerà nel 1923 e dalla quale avrà tre figlie: Vittoria, Ala e Luce.

Per poco più di un anno Marinetti procede al fianco di Mussolini, ma dopo il congresso fascista del 1920 esce dai Fasci, volta le spalle alla politica. Benché credente, Marinetti è un anticlericale; benché si sia laureato con una tesi su "la Corona nel Governo parlamentare", è un avversario della monarchia. Chiede lo "svaticanamento", la sua polemica investe Vittorio Emanuele III, la sua idea di rivoluzione approda a un progetto che rivela la visione, appunto, di un poeta: una fantasiosa utopia. Mussolini punta invece alla rivoluzione possibile. Perciò smorza il proprio anticlericalismo rassicura la borghesia, pur rivolgendosi soprattutto ai ceti popolari, e si prepara a venire a patti con il re.
Marinetti non prende parte alla marcia su Roma, nell'ottobre 1922, ma è nella redazione del "Popolo d'Italia", a Milano, quando Mussolini ha febbrili contatti telefonici con Roma: i contatti dai quali scaturirà la sua convocazione al Quirinale, con il conseguente incarico di formare il Governo. Egli è dalla parte di Mussolini, come quasi tutti i futuristi risparmiati dalla guerra. Ma ha della rivoluzione un concetto radicale, punteggiato da utopistiche originalità, ben diverso da quello pragmatico di Mussolini

Uscito dalla politica, Marinetti si dedica alla diffusione del Futurismo in Italia e all'estero. Si tiene lontano da ogni carica di partito o di governo durante il regime fascista, ma resta un ascoltato amico di Mussolini, che è ben consapevole del prestigio internazionale goduto dal fondatore del Futurismo e lo vuole membro dell'Accademia d'Italia, appena inaugurata nel 1929: l'anno in cui il poeta - con Prampolini, con Balla, con Dottori e con altri artisti - avvia la stagione dell'aeropittura futurista.


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Elio Luxardo, Ritratto di Marinetti, 1935