Codici musicali trentini del Quattrocento

G. Binchois, A solis ortu. Ms. Tr. 92
G. Du Fay, Agnus Dei / qui tollis peccata mundi. Ms. Tr. 92
Et in terra pax hominibus [Missa S. Jacobi]. Trento, Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali, ms. 1374
Gaude Maria Virgo cunctas hereses sola ... Mottetto che conclude il ciclo della Missa Esclave puist. Ms. 1375

Si tratta di sette imponenti volumi con notazione musicale, che contengono quasi duemila composizioni a più voci in uso nelle corti e nelle cattedrali europee lungo tutto il Quattrocento. Di essi sei sono oggi conservati al Castello del Buonconsiglio di Trento, mentre uno il Tr 93, è nella Biblioteca capitolare, conservato presso l’Archivio diocesano Tridentino. Raccolgono prevalentemente musica sacra per la liturgia cattolica (Messa e Ufficio). Complessivamente i sette codici tramandano 1834 composizioni musicali quattrocentesche a più voci (solitamente tre o quattro). In prevalenza si tratta di composizioni liturgiche: circa 800 sezioni dell’Ordinario della Messa (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus), circa 400 brani del Proprio della Messa (Introiti, Graduali, Alleluia, Offertori, Communiones e Sequenze), 480 composizioni liturgiche principalmente per l’Ufficio (mottetti, antifone, Magnificat, inni, Benedicamus e responsori) e infine circa 150 composizioni profane (Lieder, rondeaux, ballades, bergerettes), spesso con il solo incipit del testo o con un testo sacro latino aggiunto (il cosiddetto contrafactum), da far utilizzare ai bambini della scuola come facile canto processionale o didattico ma anche chansons profane, talvolta trasformate in facili canti sacri con l’aggiunta di testi latini. L’autore più rappresentato nei codici, con oltre cento composizioni musicali, è Guillaume Du Fay (circa 1400-1474), certamente il più celebre maestro della scuola franco-fiamminga. Più di cinquanta composizioni sono poi da attribuire al suo contemporaneo Gilles de Bins detto Binchois. Il gruppo di autori di origine franco-fiamminga, che lavoravano in molte corti europee, è il più nutrito, ma notevole è anche la presenza di compositori inglesi. Rari sono gli autori italiani. Moltissime composizioni sono però tramandate anonime.