Raccolta di disegni dall'Egitto antico di Ippolito Rosellini

A. Ricci, Tolomeo VII Filometore. 1829
G. Angelelli, Raccolta dei fichi. 1828
G. Rosellini, Tavola d'offerta. 1829
A. Ricci, Merenptah (XIX Dinastia) riceve dal dio Ra-Harakhti la vita e la stabilità. 1829

Il nucleo più importante e consistente dell’attuale collezione Rosellini pervenne con un primo dono alla Biblioteca universitaria il 15 giugno 1843, pochi giorni dopo la prematura morte dello studioso, ad opera della vedova Zenobia Cherubini, per adempiere alle ultime volontà del marito. Il resto della donazione fu acquisito in due successive elargizioni, la prima, sempre da parte della moglie, nel 1879, e la seconda fatta dal figlio Giovan Battista nel 1897.
I manoscritti del famoso egittologo costituiscono, ancora oggi, un indispensabile strumento per gli studiosi di egittologia. Ancora inediti sono il Dizionario geroglifico, redatto dal Rosellini con l’intenzione di pubblicarlo e rimasto incompiuto, il carteggio e i testi delle lezioni di storia antica, di arabo e di ebraico.
Ippolito Rosellini (Pisa 1800 – Pisa 1843) aveva ricoperto il ruolo di direttore della Biblioteca dell’Ateneo pisano dal 1835 al 1843 oltre a quello di professore di Filologia, lettere e archeologia orientali. I lunghi soggiorni a Parigi gli avevano permesso di conoscere la moglie, figlia del musicista Luigi Cherubini, del quale la Biblioteca conserva una lettera indirizzata alla figlia, e di stringere amicizia con Jean Louis Champollion, cui va il merito di aver decifrato nel 1822 la Stele di Rosetta, che aveva aperto la strada agli studi sull'antico Egitto. Con lo studioso francese preparò e concretizzò, tra il 1828 e il 1829, la famosa Spedizione archeologica franco toscana in Egitto. L'impresa fu voluta dal granduca di Toscana Leopoldo II, e poi dal re di Francia Carlo X; il viaggio che durò 16 mesi è alle origini di tutto quanto oggi sappiamo sulla civiltà egiziana.
Durante tale Spedizione gli artisti al seguito di Rosellini produssero un numero considerevole di materiale iconografico e grafico realizzato a matita, tempera ed acquerello, che riproduce dal vero bassorilievi e pitture presenti nei templi e nelle tombe dell'Antico Egitto. La Biblioteca conserva più di mille disegni che furono successivamente utilizzati da Rosellini per la pubblicazione dei Monumenti dell'Egitto e della Nubia, avvenuta a Pisa tra il 1832 e il 1844 (l’ultimo volume uscì postumo).

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