Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti Volpi - Bari

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Sala manoscritti

La Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti Volpi di Bari è una struttura territoriale del Ministero per i beni e le attività culturali. Trae origine dalla donazione del senatore barese Girolamo Sagarriga Visconti Volpi, che nel 1863 offriva al Comune di Bari la sua biblioteca personale di circa duemila volumi perché si potesse creare una biblioteca pubblica di cui la città era sprovvista. Nel 1877 veniva aperta al pubblico e nel 1884, allo scopo di migliorarne il funzionamento, il Comune e la Provincia di Bari diedero vita a un consorzio per la gestione dell’ente che diventava Biblioteca consorziale Sagarriga Visconti Volpi. Nel 1895 la Biblioteca fu trasferita al pian terreno del Palazzo Ateneo. Nel 1958 la legge n. 330 del 28 marzo la trasformava in biblioteca statale con il titolo di nazionale, ampliandone le competenze. Nell’estate del 2006 la biblioteca si trasferiva nell’ex Cittadella dell’annona, ora denominata Cittadella della cultura, che ospita anche l’Archivio di stato di Bari. Dal 1992 aderisce al Servizio bibliotecario nazionale. Per la sua formazione ha carattere di cultura generale, con attenzione per la produzione libraria di carattere umanistico e in particolare per la cultura meridionale e regionale.
Dal 1911 riceve, in virtù delle leggi sul deposito legale, una copia della produzione tipografico-editoriale di Bari e provincia e dal 2006, in seguito all’emanazione della nuova legge sul deposito legale (L. 106 del 2004) e del successivo Regolamento in vigore dal 2 settembre 2006, una copia di tutta la produzione editoriale pugliese.
La biblioteca conserva circa 400000 unità bibliografiche, 4500 periodici di cui 270 correnti, 55 incunaboli, 2220 cinquecentine, 454 manoscritti in volume, 16462 manoscritti sciolti, 746 carte geografiche, 935 editti e bandi, oltre 150 edizioni pugliesi dei secoli XVI-XVIII, circa 5000 allegazioni giuridiche manoscritte e a stampa dei secoli XVII-XIX.
Circa 140000 pagine di giornali stampati in Puglia tra il 1876 e il 1951 sono state riprodotte in formato digitale e sono consultabili a video nella Sezione Emeroteca digitale pugliese della mediateca.
 

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