Fondazione Biblioteca pubblica arcivescovile Annibale De Leo - Brindisi

Sala studio
Sala studio
Sala studio
Deposito libri

Fu Annibale de Leo (1739-1814) a fondare in Brindisi nel 1798, con regio assenso, la prima biblioteca pubblica di Terra d'Otranto. In essa confluirono i volumi, circa 6.000, della sua raccolta privata arricchita dall’acquisto, forse effettuato nel 1798, di parte di quella del cardinale Giuseppe Renato Imperiali (1651-1737). Il prelato brindisino legò alla biblioteca beni propri che dovevano assicurarne un regolare funzionamento e nel testamento prescrisse che essa fosse, infatti, d’uso pubblico, collocata nei locali a piano terra del palazzo del Seminario arcivescovile di Brindisi. Fu egli stesso a designarne il primo bibliotecario nella persona di Giovan Battista Lezzi (1754-1832), collaboratore delle Novelle letterarie di Firenze, del Giornale Letterario di Napoli, autore delle Vite degli scrittori salentini. Nel 1820, rientrato il Lezzi in Casarano, subentrò nella carica il canonico teologo Ignazio Buonsanti a sua volta sostituito nel 1824 da Francesco Scolmafora che lo scozzese Craufurd Tait Ramage ricordò nelle sue Impressioni di uno scrittore scozzese su un viaggio a Brindisi. Nella sua qualità di bibliotecario, lo Scolmafora completò opere già presenti: gli Acta Sanctorum dei Bollandisti, Delle città d'Italia e sue isole adiacenti dell’Orlandi, il Nuovo dizionario istorico di tutti gli uomini che si sono renduti celebri per talenti, virtù. Nel 1845 venne nominato bibliotecario Vito Guerrieri autore di un Articolo storico su’ vescovi della chiesa metropolitana di Brindisi, pubblicato in Napoli nel 1846. Di eccezionale rilevanza la figura del suo successore, Giovanni Tarantini (1805-1889) collaboratore del Mommsen, che di lui tracciò un pubblico elogio nel nono volume del Corpus inscriptionum latinarum. Era in questo periodo, nel 1882, che Gregorovius definiva la de Leo come «la più copiosa di tutte [le biblioteche]» salentine.

Istituti collegati