GUIDO GOZZANO, Colloqui con la poesia |
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Si può raccontare per immagini la vita di un poeta? Serve a comprendere la sua poesia, che è poi la sua vera vita? E la vita di Gozzano poi fu così poco avventurosa, fu anche così breve e tutta ripiegata su se stessa! Tuttavia, proviamo, perché, poi, tutta la poesia di Gozzano ha un fondamento autobiografico. (Franco Antonicelli) 1883 - Guido Gozzano nasce il 19 dicembre a Torino, quartogenito di Fausto, ingegnere dei lavori pubblici (Agliè, 1839 – Torino, 1900), e di Diodata Mautino (Agliè, 1858 – Torino, 1947), figlia del senatore Massimo, amico di Massimo D’Azeglio. Altri figli nati da questo matrimonio (si ricordi che Fausto in prime nozze aveva avuto cinque figlie, Ida, Faustina, Alda, Bice e Teresa) sono: Erina (1878-1948), Arturo e Carlo, morti in tenera età, Renato (1893-1970). 1884 - Nella chiesa di Santa Barbara, a Torino, viene battezzato il 10 febbraio; dei quattro nomi impostigli, Guido Davide Gustavo Riccardo, il terzo sarà quello adottato in famiglia e con gli amici degli anni adolescenziali, il primo sarà il nome del poeta. 1891 - “Proveniente dalla scuola privata ed ammesso con punti 19 su 30”, viene iscritto presso la “Sezione Moncenisio” di via Cittadella 3, la scuola in cui, pochi anni prima, Edmondo De Amicis aveva ambientato il libro Cuore. 1895-1898 - Conseguita la licenza elementare con la seconda miglior votazione, nell’autunno del 1895 si iscrive alla prima classe del Regio Ginnasio “C. Cavour”. Nell’anno scolastico 1897-1898 studia presso il Regio Ginnasio di Chivasso e risiede nell’annesso Convitto Civico; qui, nella quotidianità di un anno di scuola e di vita comune, si consolida l’amicizia con Ettore Colla, già suo compagno di giochi e di “briccunate” durante le vacanze estive ad Agliè, località del Canavese in cui la famiglia possedeva tre case, casa Gozzano, casa Mautino e “Il Meleto”, una villa a pochi chilometri dal centro dell’abitato. 1899 - Le lettere e i disegni del periodo hanno come protagonista la bicicletta, sognata, desiderata, fatta costruire identica a quella dell’amico Ettore (altri sport praticati dal giovane Guido risultano essere la ginnastica, il nuoto, il pattinaggio a rotelle e su ghiaccio). Gite avventurose, imprudenze, bravate, scherzi goliardici movimentano una “vita da orsi”, monotona e solitaria, dedita per lo più alla lettura, alla scrittura, alla coltivazione dei fiori. In apparenza allegro e spensierato, egli è in realtà un adolescente “pensoso”, come amerà raffigurarsi in alcune poesie. 1900 - Il 14 marzo muore il padre Fausto per polmonite doppia; l’evento causa nel giovane Guido un “tremendo dolore” e lo carica di responsabilità e problemi, anche economici. A Pasqua dell’anno dopo, in occasione del primo anniversario della morte del padre, scriverà i versi di Primavere romantiche, che vedranno la luce postumi (1924); in essi rievoca il primo incontro dei genitori. 1902-1903 - Dopo aver recuperato, presso l’istituto “Ricaldone” di Torino, la bocciatura in prima liceo, si trasferisce a Savigliano, in provincia di Cuneo, per concludere gli studi liceali. Confessa all’amico Ettore Colla “piccantissime avventure, specialmente notturne”, e “gozzoviglie” gastronomiche in un alberghetto del posto gestito da “tre adorabili creature”, le signorine Fea, che per molti versi anticipano la più nota Signorina Felicita. Nell’autunno del 1903 s’iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino e fra ottobre e dicembre pubblica i suoi primi scritti, in versi e in prosa, tutti di chiara matrice dannunziana. 1904 - Segue il corso di Letteratura italiana di Arturo Graf, presso la Facoltà di Lettere, e le lezioni da lui tenute al sabato pomeriggio e aperte al pubblico (le cosiddette “sabatine”). Qui stringe solidi rapporti di amicizia con Carlo Vallini, nato a Milano nell’85, pure lui iscritto a legge, pure lui poeta. Pubblica parecchi versi su periodici cittadini e non. All’amico Mario Vugliano, poeta e giornalista, si devono notizie sulla costituzione di “una banda Gozzano”, di cui avrebbero fatto parte, oltre a loro due e a Vallini, Mario Dogliotti (poi monaco benedettino nella Subiaco fogazzariana), il caricaturista Golia (Eugenio Colmo, già compagno di studi), il futuro giornalista Mario Bassi. 1905-1906 - Alla lettura assidua di Dante e Petrarca (trascrive versi dei due in appositi quaderni e v’inserisce volti femminili e parole poetiche proprie) affianca quella di un’antologia di poeti contemporanei francesi che ebbe molta fortuna e ampia circolazione, Poètes d’aujourd’hui di P. Léautaud e A. Van Béver. Nel settembre del 1906, durante il pranzo svoltosi ad Agliè in occasione della laurea di Ettore Colla e di un altro amico, Umberto Gaudina, improvvisa un discorso che si configura come uno struggente e lucido addio alla giovinezza. 1907 - Nei primi mesi dell’anno prepara e cura l’edizione di una prima raccolta di poesie, La via del rifugio, presso Renzo Streglio (Genova - Torino - Milano); le recensioni non si fanno attendere, positive per lo più, ma anche tiepide o riduttive. Peggiorano intanto le sue condizioni di salute (da anni gli è stata diagnosticata la tisi) e si intensificano i soggiorni terapeutici, marini e montani (Ruta, San Francesco d’Albaro, Ceresole Reale, ecc). Nel frattempo si è trasformata in una vera e propria storia d’amore la conoscenza di Amalia Guglielminetti, la poetessa quasi coetanea (era nata nel 1881) che, prima delle Vergini folli (1907), aveva edito una raccolta di stampo tardo-carducciano, Voci di giovinezza (1902). Il loro incontro era avvenuto nella “sala dei giornali” della “Società di Cultura”, sorta nel 1899 e divenuta ben presto luogo d’incontri letterari. 1908 - A tutti i corrispondenti (Amalia Guglielminetti, Carlo Vallini, Giulio De Frenzi) parla di un viaggio imminente, probabilmente terapeutico; la meta è ancora incerta, insiste sulle Canarie e sul Brasile, però non esclude addirittura un “Giro del Mondo”. Le lettere fra Amalia e Guido dei primi mesi dell’anno lasciano capire che il loro rapporto personale è destinato a mutarsi in “fratellanza”; al contrario, si fa sempre più stretto quello letterario. Al 3 settembre risale la prima idea del poemetto Le farfalle. 1909 - In Liguria, dove trascorre i mesi invernali, viene raggiunto, il 2 gennaio, dalla notizia che la madre Diodata è stata colpita da paralisi. Rientra subito a Torino e qui trascorre il primo mese accanto a lei. Il migliorare delle sue condizioni di salute non esclude la necessità di darsi subito da fare, per provvedere al di lei mantenimento: per questa ragione dovrà cambiare casa, trasferendosi in un appartamento più periferico, ristretto e modesto (via Cibrario 65), e vendere, in maggio, “Il Meleto”. D’estate, a Bertesseno, piccola località dell’alta Valle di Viù, si vanno delineando i futuri Colloqui, i cui singoli componimenti cominciano ad apparire in alcuni periodici. 1911 - La raccolta vede la luce, nel mese di febbraio, a Milano (Fratelli Treves) ed è fatta oggetto di molte recensioni, positive e negative. Intanto Gozzano si fa decisamente prosatore. Continua a collaborare al “Corriere dei Piccoli” e all’“Adolescenza”, tenta “Il Tirso”, ma è sul “Momento” che appaiono le sue prose più significative (si segnalano quelle suggerite dall’Esposizione Internazionale del Lavoro, apertasi a Torino, nel parco del Valentino, il 29 aprile per il cinquantenario dell’unità nazionale). 1912 - Il 16 febbraio, da Genova, s’imbarca sul piroscafo “Raffaele Rubattino”, diretto in India con l’amico Giacomo Garrone, malato anch’egli di tubercolosi. È un viaggio terapeutico, da tempo progettato. Poche le località davvero visitate: Bombay, forse Goa, poi Ceylon e di nuovo Bombay; il rientro è anticipato alla fine di aprile. 1914 - Dopo aver pubblicato, nel 1913, alcune poesie “sparse” e tre novelle, licenzia ora alcuni “brani” del poema Le farfalle; stende per “La Stampa” il resoconto del suo viaggio indiano, discorrendo anche di località non raggiunte. Esce il terzo volume a stampa, una raccolta di fiabe apparse sul “Corriere dei Piccoli”, col titolo I Tre Talismani, presso “La Scolastica” di A. Mondadori; vedono anche la luce alcune prose di guerra (è appena scoppiata). 1916 - Continuano a uscire novelle, capitoli indiani e l’ultimo frammento delle Farfalle. Come dimostra l’articolo Il nastro di celluloide e i serpi di Laocoonte, il cinema lo tenta più che mai: il 13 maggio legge, nel convento torinese di Sant’Antonio da Padova, il soggetto di un film sulla vita di San Francesco (il film non fu mai realizzato, come lo stesso Gozzano prevedeva). Il 16 luglio, a Sturla, è colpito da un attacco violento di emottisi; ricoverato all’ospedale protestante di Genova, il 21 rientra a Torino in compagnia della sorella. Mario Dogliotti, l’amico della giovinezza divenuto benedettino col nome di Padre Silvestro, lo assiste spiritualmente; ad Amalia è impedito di visitarlo. Muore mercoledì 9 agosto, mentre si diffonde la notizia della presa di Gorizia; viene sepolto ad Agliè. A cura di Mariarosa Masoero |