GUIDO GOZZANO, Colloqui con la poesia - Agliè ""quel dolce paese che non dico""

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 GUIDO GOZZANO, Colloqui con la poesia

Agliè 'quel dolce paese che non dico'

 

Casa Mautino

Casa Mautino.


Il Meleto ieri, il Meleto oggi

Il Meleto ieri, il Meleto oggi

Il Meleto ieri, il Meleto oggi.


Il laghetto del Meleto, acquerello

Il laghetto del Meleto, acquerello.


Guido e Diodata al laghetto

Guido e Diodata al laghetto.


Giochi serali davanti al aCastello di Agliè

Giochi serali davanti al Castello di Agliè.


Diodata in costumi goldoniani

Diodata in costumi goldoniani.


Locandina di uno spettacolo del 9 agosto 1902

Locandina di uno spettacolo del 9 agosto 1902.

Più bel piacere davver non c’è
che andare ad Agliè
che andare ad Agliè
(primi versi di un Gozzano fantile)

 

Quando la vita di città, a Torino, lo soffoca, egli anela alle “care pianure canavesane”, alla pace autunnale di Agliè, la terra mitica dei “patrii lari”, il “caro ritrovo estivo” in cui è bello fare baraonda con gli amici, ma è anche dolce “sfogliare nel libro dei ricordi le impressioni del passato”.

 

Com’è bella la campagna in questi giorni! Come sarebbe bello il godersela invece di soffocare nei banchi della scuola!!... [...] Ci sfogheremo ad Agliè nevvero? Nelle nostre belle pianure?
(da una lettera a Ettore Colla, giugno 1899)

O Casa fra l’agreste e il gentilizio,
coronata di glicini leggiadre,
o in mezzo ai campi dolce romitaggio!

 

Ad Agliè la famiglia Gozzano possedeva, oltre alla casa paterna, casa Mautino, l’edificio centenario dalle “panciute grate secentiste” immortalato sulla copertina della Via del rifugio, e Il Meleto, una villa a pochi chilometri dall’abitato con il laghetto e l’isoletta descritti in Primavere romantiche.

 

Fu bene in te, che, immune d’artifizio,
serenamente il padre di mio padre
visse la vita d’un antico saggio!
(da I sonetti del ritorno, II, vv. 9-14)

Per tre giorni sono qui ancora, in questo casolare campestre, in riva di questo laghetto boschivo che ha visto l'infanzia di mia madre e dove si può sognare qualche bel sogno umile.
(da una lettera ad Amalia Guglielminetti, 3 luglio 1907)

 

Durante le vacanze estive ad Agliè Guido amava giocare alla sera davanti al Castello, compiere “terribili scorrerie” nei paesi vicini (Feletto, Ozegna, Castellamonte, Caluso sono i capisaldi di questa geografia canavesana), recitare per beneficenza, seguendo le orme della madre (la “Duse del Canavese”), nel Teatro di famiglia, ubicato in un cortiletto dietro l’ex caserma dei carabinieri.

 

Ora sono da due mesi in Agliè, al Meleto, una cascina volgare e senza sogni, se io non la popolassi di tutte le mie stramberie!
(da una lettera a Giulio De Frenzi, 23 ottobre 1908)

[...] le recite di beneficenza nel teatrino municipale: Partita a scacchi... Trionfo d’amore... Il cantico dei cantici...: Giacosa, Ferrari, Cavallotti: gli istitutori onorevoli di tutti i filodrammatici pargoletti, i numi vilipesi da tutti i canini provinciali.
(da L’erede prescelto, “La Stampa”, 21 gennaio 1916)

Sono, però, triste, tanto triste!... Penso, penso ai bei giorni che si sono passati assieme, in collegio, in campagna, ad Agliè... [...] Dimmi, ti ricordi quando ritornavamo stanchi, impolverati dalla lunga passeggiata crepuscolare, nelle calde, afose sere estive e prendevamo d’assalto la pompa del cortile?
E quando su, per le colline ridenti parlavamo a lungo assieme, intimamente e la nostra amicizia cresceva, si cementava sempre più?
(da una lettera a Ettore Colla, 3 aprile 1900)

 

Agliè rappresenta il serbatoio dei ricordi felici, capaci di sostenere Guido anche nei momenti più difficili, come in occasione della morte del padre, o in quello struggente e lucido addio alla giovinezza improvvisato come discorso di laurea per gli amici Ettore Colla e Umberto Gaudina.

 

C’è stata in Agliè una... come devo dire?... una fioritura (l’espressione è troppo poetica, ma non c’è altra parola!) c’è stata in Agliè una fioritura di bimbi quasi tutti coetanei nati cresciuti all’ombra dello stesso campanile, come fratelli, legati li uni alli altri anche dall’amicizia delle rispettive famiglie, amicizia trasmessasi di generazione in generazione come un retaggio affettuoso. Quella fioritura – non c’è altra parola – siamo noi.
(dal discorso per la laurea di Ettore Colla e Umberto Gaudina, 1906)   

Libretti teatrali di Diodata

Libretti teatrali di Diodata


Discorso per la laurea

Discorso per la laurea.