Mario Tobino, oggi - Poesia e follia

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Mario Tobino, oggi

Poesia e follia

 

A Maggiano. Il pranzo

A Maggiano. Il pranzo.

Ritratto di Tobino in camice

Ritratto di Tobino in camice.

 

La Lella

Ha all'incirca la mia età, è matta, è tozza, non distingue più in là del manicomio.

E con questo? forse che l'anima, la capacità di amare non è sempre stata la grande forza?...

Per dieci anni è l'unica donna che mi ha servito, che mi ha visto tutti i giorni, che non ha disprezzato che di continuo stessi davanti a un tavolino, che ha sopportato che dessi da mangiare, rubandolo al manicomio, a dei miei amici in quel momento poveri; unico essere umano col quale, in tantissimi giorni, ho scambiato una parola, mi ha sorriso, ha riso alle mie parole che avevano nelle spalle il ghigno della disperazione.

Dieci anni della vita più forte di un uomo, quando l'unica battaglia è creare e rimanere, li ho passati con la Lella; è lei che mi ha portato il caffè, mi ha portato il vino, la magra posta; era famosa con i miei amici, la Lella, la "senza interessi", una malata di mente che protegge un poeta.

Ho verso di lei tanta gratitudine, sia o non sia matta, ché l'anima è sempre di Dio, a chiunque appartenga. Anche in un manicomio scoppia la vita, nascono le vicende, e i sentimenti sono se mai più sinceri, non meno vivi.  

Sorella follia

Divenni direttore nel 1955 e poi per quasi due anni fui responsabile di ogni movimento della follia nel manicomio di Lucca.

Tentai di essere suo cavaliere, accompagnarla nelle lente danze, nei balli vivaci, in quelli furiosi.

Amai tutti i ricoverati, cercai di aiutarli nella fatalità che era piombata sopra di loro.