UNGARETTI. LA BIBLIOTECA DI UN NOMADE - Ungaretti a Parigi

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UNGARETTI. LA BIBLIOTECA DI UN NOMADE

Ungaretti a Parigi

1912-1914: ecco gli anni ultimi di preparazione e di inizio del canto per Ungaretti. Risale rapidamente l’Italia diretto a Parigi: a Firenze si ferma con Jahier e fa una gita al monte Abetone; é a due passi da casa sua, da Lucca, ma non ci andrà fino al 1919. Al Carmine vede la pittura di Masaccio, e si meraviglia di vedere poi in giro per Firenze persone anonime che si portano dietro gli stessi segni della faccia, del profilo, delle mani che, pure nella soluzione d’arte, lo riportano indietro di secoli e secoli. Parla, certo, con Jahier di Pea e di un suo libro che vuol far pubblicare dalla libreria della "Voce" ("Lo Spaventacchio"). Di passaggio a Milano, incontra Carrà e nasce subito un’amicizia che durerà tutta la vita. A Parigi alloggia in un alberghetto del Quartiere latino, a rue des Carmes 5. É in rapporti epistolari soprattutto con Pea: leggendo quel poco che é rimasto del carteggio, si vede l’ immediata presa di possesso da parte di Ungaretti dello spazio che più desidera nella grande metropoli parigina dell’arte e della letteratura. Ha qualche lettera di presentazione (per Peguy, per Sorel) ma determinante é per lui l’incontro con Apollinaire. Se entra in poco tempo in confidenziale rapporto con Picasso, con gli altri grandi pittori del tempo; se vede i futuristi italiani quando vengono a Parigi (ed è affascinato soprattutto dalla timida personalità di Palazzeschi), certo é perché Apollinaire è stata la sua guida. Frequenta i caffè letterari, certi salotti. Quanto agli studi, non ha avuto dubbi: lascia quelli di diritto e segue alla Sorbona le lezioni dei grandi professori di quegli anni e soprattutto il corso che Bergson tiene e dove approfondisce i segreti del tempo e dei suoi rapporti sentimentali, estetici e filosofici.

G. Apollinaire, Calligrammes 

G. Apollinaire, Calligrammes, 1913 - 1916

        

Papini si congratula con Ungaretti per la nomina all’Accademia d’Italia (1942)

Papini si congratula con Ungaretti per la nomina all’Accademia d’Italia (1942).

   

Picasso, Natura morta con testa di toro, 1942

Picasso, Natura morta con testa di toro, 1942, olio su tela, cm116x89.

F. De Pisis, Una via a Parigi (1932)

F. De Pisis, Una via a Parigi (1932), cm88x77

A. Burri, Combustione plastica, 1958

A. Burri, Combustione plastica, 1958, tela, cm 100x85

G. Severini, Natura morta

G.Severini, Natura morta, olio su tela, cm 55x46.