
In Via dell'Oca

Lettera alle Brigate Rosse
[...]Voi per la vostra giovane età, non avete sperimentato sulla vostra carne la storia di questo secolo. Forse non l’avete abbastanza studiata (nemmeno quella più recente) e contate sull’ignoranza e l’inesperienza di altri giovani per farne vostri seguaci. Voglio credere che non vi rendiate conto della corruzione che potreste esercitare così, sulle loro coscienze, né delle conseguenze innominabili che ne ricadrebbero su di loro. A chi per caso avesse letto i miei ultimi libri, sarebbe nota quale stima io faccia delle società istituite. Ma per quanto inerti e corrotte possano venir giudicate certe società presenti, io mi auguro di non vivere abbastanza per assistere a nuovi totalitarismi.
20 marzo 1978, dalle pagine del diario postumo, in Paragone, febbraio 1988, n.496

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1976-80
Comincia la stesura di Aracoeli che la terrà impegnata per cinque anni. Il dolente ritratto di un personaggio "diverso", che disperatamente cerca di ricostruire la figura materna perduta. Nel marzo del 1980 dopo essersi banalmente rotta un femore viene ricoverata e operata alla clinica "Quisisana".

1981-85 Nel dicembre del 1981 Aracoeli è terminato, ma i continui dolori alla gamba la costringono a restare immobile a letto e a farsi ricoverare in una clinica di Zurigo. Le sue condizioni fisiche migliorano leggermente e nel novembre del 1982 esce da Einaudi Aracoeli. Presto però la salute di Elsa subisce un peggioramento impedendole di camminare: trascorre le proprie giornate a letto e nell' aprile del 1983 tenta il suicidio aprendo i rubinetti del gas. Viene trovata priva di sensi dalla domestica e trasportata in ospedale dove, diagnosticatale una idroencefalia, è sottoposta a un intervento chirurgico. Le cure non danno tuttavia i risultati sperati ed Elsa non lascerà più la clinica. Il 25 novembre 1985, verso mezzogiorno, Elsa Morante muore d'infarto.

"Pensa se Dio davvero fosse un triangolo! E dopo morti restare in eterno là davanti!"
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