Editoria milanese dal 18. al 19. secolo

C. Porta, T. Grossi, Poesie scelte in dialetto milanese. Milano, 1842
E. De Amicis, La lettera anonima. Milano, 1896
C. Tenca, La cà dei cani : cronaca milanese del secolo 14. Milano, 1851-1860
Il diavolo nell'ampolla : almanacco faceto pel 1853. Milano, 1852

La collezione di opere dell’editoria milanese dei secoli XVIII e XIX documenta la tradizione colta e popolare delle composizioni dialettali milanesi, dai celebri Maggi, Tanzi e Porta della fine del XVIII secolo, alle opere teatrali veriste di Bertolazzi di fine Ottocento, a cui si aggiungono composizioni d’occasione, ingressi trionfali, cerimonie pubbliche e private in cui si mostra la ricchezza e la versatilità di una lingua locale comune ad aristocratici e popolani, raccolta e studiata nel Vocabolario milanese-italiano di Francesco Cherubini, consultato e annotato da Alessandro Manzoni per I Promessi sposi, e dagli scrittori del Romanticismo milanese fino a Dossi.
L’editoria milanese in lingua italiana, che a partire dall’Ottocento assume le dimensioni dell’impresa industriale, è rappresentata dai numerosissimi almanacchi, prontuari di saggezza popolare che, come il Vesta Verde, continuano le pubblicazioni per oltre un secolo, rivolti all’intrattenimento e alla formazione morale, in cui i consigli per la semina, le coltivazioni agricole e l’economia domestica si accompagnano all’interpretazione dei sogni o alle regole della convivenza matrimoniale, da un’ampia selezione di romanzi, che spaziano dalle prove locali del Romanticismo, le opere di ambientazione medievale di Tommaso Grossi e Giambattista Bazzoni, Il Castello di Trezzo, Marco Visconti, La ca’ de’ cani, fino agli sviluppi veristi e scapigliati dei romanzi di Giovanni Rajberti , Cletto Arrighi e Paolo Valera, per arrivare ai successi editoriali de Amicis, Boito e Giacosa.