Editoria milanese dal 18. al 19. secolo
La collezione di opere dell’editoria milanese dei secoli XVIII e XIX documenta la tradizione colta e popolare delle composizioni dialettali milanesi, dai celebri Maggi, Tanzi e Porta della fine del XVIII secolo, alle opere teatrali veriste di Bertolazzi di fine Ottocento, a cui si aggiungono composizioni d’occasione, ingressi trionfali, cerimonie pubbliche e private in cui si mostra la ricchezza e la versatilità di una lingua locale comune ad aristocratici e popolani, raccolta e studiata nel Vocabolario milanese-italiano di Francesco Cherubini, consultato e annotato da Alessandro Manzoni per I Promessi sposi, e dagli scrittori del Romanticismo milanese fino a Dossi.
L’editoria milanese in lingua italiana, che a partire dall’Ottocento assume le dimensioni dell’impresa industriale, è rappresentata dai numerosissimi almanacchi, prontuari di saggezza popolare che, come il Vesta Verde, continuano le pubblicazioni per oltre un secolo, rivolti all’intrattenimento e alla formazione morale, in cui i consigli per la semina, le coltivazioni agricole e l’economia domestica si accompagnano all’interpretazione dei sogni o alle regole della convivenza matrimoniale, da un’ampia selezione di romanzi, che spaziano dalle prove locali del Romanticismo, le opere di ambientazione medievale di Tommaso Grossi e Giambattista Bazzoni, Il Castello di Trezzo, Marco Visconti, La ca’ de’ cani, fino agli sviluppi veristi e scapigliati dei romanzi di Giovanni Rajberti , Cletto Arrighi e Paolo Valera, per arrivare ai successi editoriali de Amicis, Boito e Giacosa.