titolo Ludovico Ariosto

De casibus virorum illustrium

Un interesse crescente per la narrazione erudita segna gli anni della maturità di Boccaccio, orientando sempre più la lettura verso le opere dei classici greci e latini. L’influenza petrarchesca non è estranea al consolidarsi di un gusto preumanistico, che si riscontra nelle gallerie di ritratti di uomini e donne illustri, composti nell’ultimo ventennio di vita dell’autore.

De casibus virorum illustrium raccoglie in nove libri dei medaglioni di celebrità storiche cadute in disgrazia. La parabola discendente della fortuna segna personaggi appartenenti a ogni epoca storica. Se esemplare è il caso di Adamo, che apre la silloge, forse più incisive risultano le biografie dei contemporanei, trattate negli ultimi libri della raccolta, aggiunti sotto consiglio di Petrarca. L’opera ci è giunta in due redazioni. La prima, più compendiosa, viene tradizionalmente ascritta al quinquennio 1356-1360; la seconda, dedicata a Mainardo Cavalcanti, è datata 1373.

Nell’esemplificazione di casi emblematici traspare una preoccupazione morale e civile, che si traduce in un evidente intento parenetico. La preoccupazione di scuotere l’umanità e risvegliarla dal sonno mortale che la tiene avviluppata (“a desidibus sopitis letalis somnus excutiatur, vita reprimantur et extollantur virtutes”) avvicina i motivi della scrittura del De casibus a quelli della Commedia. La modalità di presentazione dei protagonisti, che appaiono a Boccaccio in qualità di ombre, non può non scoprire un ulteriore suggestione dell’oltretomba dantesco. L’ispirazione del modello dell’Alighieri viene però fortemente contaminata con motivi classici, come quello della volubilità della Fortuna. Già nell’Amorosa visione la dea bendata era stata oggetto di un’ampia digressione dottrinale. Se anche nel De casibus la ministra delle umane sorti rivendica un ruolo di primaria importanza nell’orizzonte della gloria mondana, non bisogna dimenticare però che è proprio quest’ultimo valore a essere messo adesso fortemente in discussione e a venire considerato una conquista peritura e instabile.


La fede battesimale dell’Ariosto, da M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, vol. I, Genève, L. Olschki, 1930-1931, p. 39

The Fall of Princes (Libera traduzione in versi di John Lydgate), London, British Library, ms. Harley 1766, c. 171r. Boccaccio visualizzato: narrare per parole e per immagini fra Medioevo e Rinascimento, a c. di V. Branca, Torino 1999, vol. III, p. 273.

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