Amorosa visione
Il trionfo mondano
L’influenza della Commedia di Dante appare ancora più evidente nell’Amorosa visione, composta in stretta contiguità temporale con l’Ameto, tra il 1342-43.
Si tratta di un poema allegorico in terzine, suddiviso in cinquanta canti e preceduto da tre sonetti caudati, componibili con le lettere iniziali di ogni terzina, in modo tale che l’intera composizione si rivela uno spettacolare acrostico.
Il protagonista della vicenda è Boccaccio, autore-attore di dantesca memoria, al quale appare in sogno una donna gentile, che lo conduce a un nobile castello. Il poeta e la sua guida visitano qui due sale dalle pareti affrescate. Nella prima sono raffigurati i grandi appetiti umani (Sapienza, Fama, Ricchezza, Amore); la seconda invece è interamente dedicata alla Fortuna e costituisce l’occasione per una divagazione erudita e dottrinale.
Ogni entità astratta è corredata da un ricco séguito di celebrità storiche, letterarie, mitologiche. Così la Sapienza è contornata da filosofi (Socrate, Platone, Aristotele, Averroé, Boezio ecc.), poeti (Virgilio, Omero, Orazio, Lucano, Ovidio, Giovenale, Terenzio, Stazio, Claudiano, Dante ecc.), e storici (Sallustio, Livio, Valerio Massimo, Paolo Orosio). Attorno al carro della Gloria si trovano personalità del mondo classico e cortese, nonché figure politiche della storia medievale (Carlo Magno, Federico Barbarossa, Federico II, Manfredi, Corradino, Carlo d’Angiò). Tra gli avari dipinti sulla terza parete sono ricordati Mida, Attila, Nerone, ma anche persone vicine a Boccaccio, come Roberto d’Angiò e suo padre Boccaccino. Celebrano il trionfo d’amore coppie famose di amanti, tra i quali vengono annoverati Piramo e Tisbe, Paride e Elena, Tristano e Isotta, Enea e Didone, Lancillotto e Ginevra, Florio e Biancifiore. Terminata la visita al palazzo, Boccaccio viene accompagnato in un giardino, popolato da nobili e avvenenti donne, fra le quali si riconosce Fiammetta, dedicataria dell’opera. Il poeta raggiunge l’amata e, mentre tenta di possederla, si risveglia. La guida lo avverte che la felicità, che ha creduto di conquistare, deve essere raggiunga attraverso altro percorso, al quale dà accesso la porta stretta delle Virtù, che, all’inizio dell’avventura, il poeta si è rifiutato di varcare.

