Le Lettere, uno dei tanti scritti incompiuti di Foscolo, furono composte nel corso del primo anno trascorso a Londra, quando l’autore, ispirato dalla lettura di relazioni di viaggio e di opuscoli sui caratteri delle nazioni, si mise a raccogliere informazioni sugli aspetti più disparati del costume, della società e della cultura inglesi. Il progetto prevedeva la stesura di numerose lettere da inviare a destinatari diversi; Foscolo intendeva sfruttare la sua grande perizia nella scrittura epistolare, allestendo una raccolta fittizia di lettere destinate alla pubblicazione. Dell’ambizioso progetto iniziale rimangono vari indici corretti nel tempo che testimoniano la natura quasi enciclopedica che avrebbe avuto la pubblicazione una volta portata a termine. Tra i brani più significativi composti dall’autore ce n’è uno autobiografico dal titolo Esilio, inviato a Enrico Meister a Zurigo; ci sono poi frammenti di Citazioni ed epigrafi, una lettera sul Tè, una sui Pettegoli.
Il frammento più esteso è una lettera sulla Moda che non ebbe mai una sistemazione definitiva e che era rivolta al contino Carlo Cicogna, un giovane milanese mondano ed elegante. Il tema della moda trovò poi una più ampia trattazione in una scrittura diaristica, che si configura come una raccolta di gazzettini, o di brani giornalistici che costituiscono la parte più cospicua delle Lettere, ciò che indusse gli editori ottocenteschi a scegliere il titolo di Gazzettino del Bel Mondo come titolo dell’intera opera. In questi gazzettini Foscolo assume spesso l’atteggiamento dello straniero che si sdegna per le usanze straniere, difende la patria, manifesta un’indole da moralista. La scrittura è frammentaria e poco coesa, il tono oscilla tra l’ironia e la polemica, tra la descrizione e l’argomentazione.